I segreti della meditazione trascendentale
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I segreti della meditazione trascendentale

di Michele Mereu

Come, quando e dove praticare questa disciplinia millenaria nata in India. E i benefici su running e altri sport

È di recente tornata di moda, grazie al regista americano David Lynch, che ha creato addirittura una fondazione per la sua diffusione, ma in realtà la pratica della Meditazione Trascendentale si perde nella notte dei tempi. Diffusa da Maharishi Mahesh Yogi, che l’aveva ricevuta in dono dal suo maestro Brahmananda Sarasvati, a partire dal 1957,  questa pratica sembra essere la nuova risposta per ridurre stress, ansie quotidiane, migliorando così la salute fisica e mentale. Eccone i segreti raccontati, da Paolo Menoni, insegnante di M.T, presso il Centro di Meditazione Trascendentale di Brescia.

Un po’ di storia. La Meditazione Trascendentale si è sviluppata in Occidente, grazie ai viaggi e ai corsi compiuti proprio da Maharishi, a partire dagli anni ’60. La sua prima visita in Italia fu infatti proprio nel 1960. I principi fondamentali cui si ispira questa pratica appartengono alla tradizione dei Veda, i più antichi scritti mai rivelati esistenti sul pianeta, che contengono molte conoscenze: una di queste è lo yoga, una tecnica mentale, diversa però dalla disciplina dell’ Hata Yoga. 

Come inziare. La M.T è una tecnica facile, semplice, che si pratica 20 minuti la mattina, e 20 la sera, seduti ad occhi chiusi, ripetendo un mantra mentalmente. Lo scopo è quello di svuotare completamente la mente dai pensieri: riuscirlo a fare anche solo per pochi secondi è un gran risultato. Solitamente, è consigliato avvicinarsi a questa disciplina partecipando a un incontro introduttivo, nel quale vengono illustrati gli effetti, e un successivo incontro preparatorio, nel quale si trattano la tecnica, principi e consigli pratici, per iniziare a meditare. Si prosegue poi, con altri cinque incontri dopo i quali si può continuare a praticarla in maniera indipendente, per almeno due volte al giorno. 

Perché praticare. Negli ultimi sessant’anni, diverse ricerche scientifiche hanno documentato come questa disciplina sia in grado di produrre diversi benefici, sia a livello fisico che mentale. A livello mentale dona maggior calma, tranquillità, riflessività e aumento della sincronia cerebrale. Si produce così un netto miglioramento inoltre della qualità del respiro (meno respiri, più lenti), della pressione sanguigna, del battito cardiaco e degli altri parametri collegati allo stress.

Di recente inoltre è stato pubblicato uno studio dalla rivista americanana Nature Journal Translational Psichiatry, che ha dimostrato come il MAP training, ovvero associare la meditazione al running (ma anche all’attività fisica in generale), allenamento fisico e mentale sia stato determinante nel miglioramento dello stato di salute di un gruppo di giovani affetti da forme gravi di depressione.