Le fragranze d’inverno guardano al Sahara e ai deserti del mondo, tra profumi classici e novità

Dal Sahara al deserto americano, da Marrakech a Timbuktu arrivando a Palm Springs: non solo percorsi di viaggio ma anche evocazioni olfattive. I profumi del deserto richiamano la terra e la sabbia, delle rocce arse dal sole ma anche delle spezie trasportate dalle carovane e delle città sorte tra cielo e terra.

Evocazioni. Questi profumi vanno all’origine della vita: il contatto con la terra, con le culture e le tradizioni millenarie conosciuti dai nasi durante i loro viaggi. Nel Mali, Bertrand Duchaufour scopre la tradizione del Wusulan, quasi un antenato delle fragranze, che da millenni profuma la pelle degli africani grazie alla macerazione di legni, resine e radici: è misterioso, seducente e quasi selvaggio. Ma c’è anche l’odore della terra, a volte generosa e facile da coltivare altre più dura e arsa, delle spezie vendute nei suk e dell’aria notturna, secca e fredda, che rinfresca le città circondate dal deserto.

Materie prime. Caratteristica che accomuna quasi tutti questi profumi sono le note, spesso legnose e boisé che sottolineano l’ispirazione. L’atmosfera e gli odori del deserto sono quindi ricreati in differenti modi: i legni, come per esempio il cedro dell’Atlante o il sandalo, le resine come l’ambra e l’oud oppure le spezie, chiodi di garofano, zafferano, coriandolo, cumino ma anche i fiori, rosa marocchina su tutte ma anche gelsomino o magnolia, ricordano le serate nel deserto sotto un cielo di stelle.

Intesità. Un altro punto in comune di queste fragranze è la loro intensità: gli ingredienti usati possono essere particolarmente penetranti perché sono creati apposta per non passare inosservati e per dare l’idea di

Sentire la terra, sdraiati, con lo sguardo rivolto verso il cielo

come ha dichiarato Jean-Claude Ellena a proposito di Terre d’Hermès.