Dalle mostre dedicate a grandi dell’arte italiana come Giacometti e Boetti alla personale dedicata ad Hirst: tutto quello che non si può perdere durante questa Biennale

Apre ufficialmente i battenti dal 13 Maggio, per rimanere visitabile fino al 26 Novembre, la prossima Biennale d’Arte nella città lagunare. Il compito di curarla affidato dal presidente Paolo Baratta alla francese Christine Marcel (già curatrice del Padiglione francese alla Biennale del 2013) l’attesa è tanta, gli appuntamenti molteplici.

Centoventi artisti partecipanti, da 51 paesi, VIVA ARTE VIVA, è stata definita dalla stessa curatrice come 

Una mostra ispirata all’umanesimo. Un umanesimo non focalizzato su un ideale artistico da inseguire, né tanto meno caratterizzato dalla celebrazione dell’uomo come essere capace di dominare su quanto lo circonda; semmai un umanesimo che celebra la capacità dell’uomo, attraverso l’arte, di non essere dominato dalle forze che governano quanto accade nel mondo, forze che se lasciate sole possono grandemente condizionare in senso riduttivo la dimensione umana.È un umanesimo nel quale l’atto artistico è a un tempo atto di resistenza, di liberazione e di generosità.

Tra la pletora di eventi, sicuramente da non perdere, è Continuum – Generation by Generation, la mostra organizzata nel Padiglione Cina e curata per la prima volta non da un esperto di curatela ma da un artista, Qiu Zhijie, che lavorerà sul concetto di Bu Xi, traduzione cinese del Continuum, mettendo in dialogo tra loro due artisti tradizionali e due che utilizzano i linguaggi contemporanei delle arti visive, facendoli lavorare insieme. Così l’artista del ‘ricamo ‘Suzhou’, Yao Huifen collaborerà con Tang Nannan  mentre il Maestro delle Ombre Wang Tianwen e Wu Jian’an  daranno vita a lavori ispirati alla pittura acquatica di Ma Yuan.

A rappresentare la Cina ufficialmente alla Biennale è però Liang Yuanwei, a Palazzo Pisani con la mostra Behind the Curtain, curata da Loïc Le Gall. Il concetto di serialità e riproducibilità sono così analizzati nelle numerose opere esposte, correlandole alla cifra artistica di Yuanwei capace di riprodurre nei suoi dipinti le caratteristiche dei tessuti.

Ed i tessili tornano in gioco nel progetto per la Caffetteria di Mario Botta alla Fondazione Querini Stampalia per Svolgimento di un Quadro: in questo caso sono veri, tattili, e ad usarli è Maria Morganti che riveste le pareti dello spazio con degli arazzi, creati in collaborazione con Bonotto, una delle eccellenze nella manifattureria tessile nel mondo.

Non all’interno del contesto Biennale, e visitabile fin da ora, c’è invece la personale di Damien Hirst curata da Elena Genua. Treasures from the Wreck of the Unbelievable, a Palazzo Grassi e Punta della Dogana, entrambe sedi della collezione Pinault che ha messo a disposizione dell’artista le imponenti location. Sculture, disegni, la monumentale esposizione racconta il naufragio della nave Unbelievable e ne tira fuori il carico:una collezione leggendaria appartenuta al liberto Cif Amotan II destinata a un tempio dedicato al Dio Sole nel lontano Oriente.

Nella location di San Giorgio Maggiore, dal 12 Maggio al 12 Luglio si celebra invece Alighiero Boetti con la mostra Minimum/Maximum, curata da Luca Massimo Barbero. La logica dietro l’esposizione che ricorda il genio torinese negli anni più importanti della sua carrierà, è metrica: ad essere selezionate infatti, le opere più grandi o più piccole, che comprendono alcuni tra i suoi cicli più famosi (Ricami, Aerei, Mappe) con altri meno noti (i Bollini Colorati e le Copertine) per un totale di più di venti lavori.

Un altro grande italiano che vive un momento di riscoperta è Alberto Giacometti, protagonista nel padiglione della Svizzera, sia di un talk Alberto Giacometti: individualità e modernità, che idealmente con una sua opera, Les Femmes de Venise, del 1975, che funge da ispirazione per il progetto Women of Venice, curato da Philipp Kaiser. Partecipanti, tra gli arti, Carol Bove, Teresa Hubbard/ Alexander Birchler, l‘obiettivo è interrogarsi sul perchè Giacometti non espose mai le sue opere al padiglione svizzero.

Lo stesso giorno alla Fondazione Faurschou si inaugura Us silkscreeners…, percorso per immagini dedicato a Rauschenberg, uno dei primi insieme ad Andy Warhol a dedicarsi in tempi moderni alla serigrafia: ed infatti proprio insieme ad una primissima opera del fondatore della Pop Art si accompagna una risalente al debutto di Rauschenberg. Un progetto da vedere insieme a Late Series, un racconto della serigrafia dai suoi inizi sino a due delle opere appartenenti alle serie più famose realizzate sempre da Rauschenberg sul finire della sua carriera.

Da sempre vicino al mondo dell’arte contemporanea, il brand Swatch torna a Venezia con il progetto Swatch Faces 2017. Negli spazi dell’Arsenale espongono le loro opere quattro giovani artisti internazionali, che hanno vissuto un’esperienza nello Swatch Art Peace Hotel di Shangai, residenza aperta nel 2011 come luogo di incontro e creazione. Si trovano quindi le fotografie della francese Virginie Litzler, la serie di 8 dipinti del cinese Yuan Jinhua, le sperimentazioni sui materiali del sudafricano Rodan Kane Hart e le miniature dell’architetto belga Cédric Van Parys. Nell’area dei Giardini invece, il padiglione Swatch presenta l’opera dell’artista inglese Ian Davenport, intitolata Giardini Colourfall. Un’installazione di 14 metri per 4 creata da una sequenza di linee di vernice colorata. Da questa collaborazione nasce anche Wide Acres of Time, un orologio in edizione limitata che riprende i cromatismi dell’opera.

Infine, dall 9 Maggio al 5 Giugno nella cornice cinquecentesca di Palazzo Nani Bernardo va in scena una personale di un veneziano doc, Thomas Braida, curata da Caroline Corbetta. SOLO è una imponente collezione di cinquanta opere, molte delle quali realizzate ad hoc per inserirsi agevolmente nell’infilata di stanze che si affacciano su Canal Grande. Insieme ai quadri, anche sculture, il fil rouge quello di una città ammaliante il cui retaggio riverbera nell’abbondante produzione del giovane artista.