In occasione di Pitti va in scena al teatro la Pergola di Firenze la primigenia versione dell’opera di Mozart con costumi di Romeo Gigli e strumenti musicali antichi.

È uno strano manipolo quello che ha assemblato la piacevolissima versione del celeberrimo Don Giovanni di Wolfgang Amadeus Mozart – sarà presentata a Firenze in occasione di Pitti al Teatro della pergola il 10, 12 e 13 gennaio 2017. Si tratta di un gruppo di talenti di cui Barnaba Fornasetti (che si è occupato della scenografia) ha fatto da catalizzatore e tra cui figurano Romeo Gigli (costumi), Simone Tosi (direzione d’orchestra) e Davide Montagna (regia).

Una versione inedita nella misura in cui scavalca duecentoventinove anni di rappresentazioni stratificate sul manoscritto originale, che lo stesso compositore austriaco aveva provveduto a modificare per il pubblico viennese. Ripristina invece la partitura originaria di quella primissima mise-en-scène, che avvenne la notte del 29 ottobre 1787 a Praga in un teatro gremito.

Tutto è nato, effettivamente, nella casa di Piero e Barnaba Fornasetti, una sorta di perla milanese, anticamente sede dell’atelier e tuttora il più riuscito total look fornasettiano. Una casa che, secondo il compositore Simone Tosi, “sarebbe piaciuta moltissimo a Mozart”. Ed è così che, qualche tenpo fa, si poneva il seme di un progetto venuto alla luce nel 2016 e che ha visto la sua prima rappresentazione al Teatro dell’Arte di Milano. Per l’occasione è stata recuperata anche la buca dell’orchestra inizialmente esistente nel progetto di Giovanni Muzio.

Ed è così, dunque, che a fare da contrappunto allo svolgersi dell vicenda – un po’ tragica e un po’ farsesca – di questo celeberrimo e impenitente donnaiolo, ci pensa il fluido succedersi di suggestioni tratte dal repertorio di Fornasetti. Con un connotato decisamente simbolico: le carte che evocano l’incertezza del destino, i volti innumerevoli di Tema e Variazioni che indicano il vastissimo universo femminile vario ma tutto sommato indifferenziato, di cui l’appetito del Don Giovanni si nutre.

Come simbolici sono, d’altra parte, i costumi di Romeo Gigli – con un intrigante lavoro su forme archetipe e colori – il quale afferma: ‘Mozart era stravagante, e il nostro Don Giovanni è così”. Filologico, quasi maniacale, il recupero di strumenti antichi che potessero suonare come in quel momento lontano a Praga, ha spiegato Tosi, che si esibisce con la sua orchestra Silete Venti! con i musicisti “disposti in maniera molto differente da come è uso oggi”.

Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni in arrivo a Firenze si rivolge dichiaratamente a un pubblico non già affiliato all’opera e, con i numerosi spunti offerti, ci riesce. Mantiene nel complesso una certa levità, ed è insieme un piacere per le orecchie e per gli occhi.

“Il dissoluto punito ossia il Don Giovanni” di Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte – 10, 12 e 13 gennaio 2017, Teatro della Pergola, Firenze