Il valore dell’immagine nella comunicazione attraverso l’interpretazione di un giovane autore

Diary of an Italian Borderworker è un racconto fotografico dello sguardo e di un viaggio all’interno di un paesaggio confinante e straniero vissuto da un frontaliere. Ogni scatto è colto in prossimità dell’asfalto.

In Canton Ticino, Svizzera, si contano attualmente oltre 60.000 presenze di lavoro frontaliere Italiano. Il fotografo, Fabrizio Albertini, racconta con grande capacità immersiva.

Strada Statale 34, Lago Maggiore. Dogana. La guardia di confine mi squadra velocemente. Alzo appena la mano dal volante. Svizzera, Canton Ticino.

Guido un’Alfa Romeo 147 grigio topo. Cruscotto polveroso, parabrezza sporco e il telaio è ancora ricoperto dal sale. Scorro le stazioni radio ma non trovo nulla. Vicino al tachimetro si accende una spia, quella della riserva. Metto la freccia al primo distributore di benzina. Parcheggio. Esco dalla macchina. L’aria gelida mi ricorda che qui non è ancora primavera. Meglio chiudersi la giacca. Apro lo sportello, svito il tappo, infilo la pistola nella bocchetta e tiro la leva. Il chiosco del cambio ha una nuova vetrina. Un piedistallo in stile dorico su cui il proprietario ha appoggiato un’edera di plastica. A fianco dell’entrata, seduti ad un tavolino da bar, due operai bevono una panaché. Un classico da queste parti, non così male. Al rifornimento diesel un uomo sulla settantina borbotta con la moglie. Sono molto eleganti, a loro modo. Lui con una cravatta sgargiante, lei con spalline ben in mostra. Guidano una vecchia Mercedes anni 80, come loro, bellissima.

Sono cresciuto a pochi chilometri dal Confine. Sono figlio di frontalieri, vivo in un paese di frontalieri, sono frontaliere.

Non ho fatto molta strada da casa ma tutto è già cambiato. Sono i dettagli che non riconosco. I colori, le case, le scuole, i bar, il cibo, le automobili, i vestiti, la gente, questa pompa di benzina e tutto il resto. Mi sento distante. Sono molto lontano da casa”.

Fabrizio Albertini (1984) si è diplomato in Regia e Produzione presso il Conservatorio Internazionale di Scienze Audiovisive (Lugano, Svizzera). I suoi lavori sono stati selezionati presso Festival Internazionale del Film di Locarno. Alcune delle sue storie fotografiche sono state esposte anche presso Aperture Foundation. Con Skinnerboox pubblica due libri fotografici “The Mecca of Coney Island” (2014), “Diary of an Italian Borderworker” (2016).