Il valore dell’immagine nella comunicazione attraverso l’interpretazione di un giovane autore

Luca Rotondo è un giovane fotografo milanese che attraverso la sua ricerca personale studia le relazioni spaziali che si creano all’interno della città. L’aspetto umano non rimane però imprigionato nello schema del progetto, ma si evolve. Luca inizia a esprimere la bellezza dei suoi contenuti seguendo una tensione altra: il ritratto. Il ritratto dell’architettura nell’architettura. La persona in relazione al luogo, al paesaggio, al mondo circostante.

400 volti, un progetto che raccoglie, come in un album di figurine, una sequenza di ritratti. Tradizione e architettura si fondono in un unico racconto. L’aspetto inedito: la persona, in armonia con l’architettura, non perde la sua umanità.

Metropolitan Lullabies descrive l’incontro tra una città e l’uomo. “Una città, Milano, ridotta alle sue aree più centrali, quelle del turista distratto, dei negozi e della frenesia, e l’uomo, che su quelle stesse strade si abbandona. Racconto di vite in bilico. Milano balia amorevole dei senza tetto”.

Tempo d’attesa del turista in viaggio. In questo caso non è un progetto fotografico tagliato dall’ironia, ma un vero tempo d’attesa. Scorri le immagini e aspetti che accada qualcosa. Qui Luca è riuscito a utilizzare il tempo di una sosta descriverne il senso. Una sospensione temporale in cui le persone vengono riunite in un luogo e avvolte da un racconto. E il tempo? Il tempo qui non ci appartiene. L’autore invece se ne appropria e lo cristallizza in un scatto, durante l’attesa.

Luca si diploma con tesi che diventa un libro “Ipotesi di paesaggio”. Collabora con architetti, aziende e agenzie di comunicazione, pubblica su Interni, Domus, Living, Panorama, IO donna, D di Repubblica, Planum e Fotografi. Nel 2015 vince il premio Amilcare Ponchielli con il progetto Metropolitan Lullabies. Dal 2016 insegna Landscape Photography presso l’Istituto Europeo di Design.