Energia, un po’ di storia e qualche numero


Alcuni frutti dell’albero di cacao. Simili a bacche, il loro colore cambia secondo il grado di maturazione da giallo-verde a bruno-violaceo

Comfort food da sempre, il cacao entra nelle specialità più raffinate e nei peccati di gola fatti in casa a ogni latitudine. Ecco un accenno di storia e qualche curiosità in pillole per conoscerlo meglio e apprezzarne tutte le sfumature.

– Sono 3 le “famiglie” di cacao più presenti sugli scaffali: la Forastero (la più diffusa e utilizzata nell’industria dolciaria) originaria dell’Amazzonia, la Criollo (quella dei Maya, la migliore e la più ricercata) e la Trinitario (un ibrido fra le prime due, usata soprattutto nei blend, coltivato in America centrale e meridionale, Indonesia e Sri Lanka).

– La prima bevanda al cacao risale ai Maya che ne scoprirono la proprietà rigenerante. Le fave di cacao erano considerate talmente preziose da essere usate come moneta. In Europa il cacao arriva grazie agli spagnoli (1492) e solo alla fine del 1600 diventa un toccasana di moda, dando vita a un gran numero di fabbriche di cioccolato.

– Ogni albero di cacao raggiunge fino ai 10 metri e dà 50 frutti due volte l’anno, ogni pianta fornisce l’ingrediente principale per produrre 400 tavolette di fondente (800 se è al latte). I frutti sono molto simili a delle bacche e contengono una polpa biancastra che avvolge dalle 30 alle 40 fave. Il maggior produttore di cacao è la Costa d’Avorio (37%).

– Il cacao contiene sali minerali, vitamine e carboidrati. È molto energetico, ha sostanze antiossidanti e anti radicali liberi, rallenta il processo di invecchiamento e sostiene il sistema nervoso.

– In Italia la produzione di cioccolato risale al 1606. Oggi ne consumiamo circa 4 kg all’anno, a testa.