Nel cantiere dove si sta costruendo la Costa Diadema

È un matrimonio tra record: con i suoi 306 metri di lunghezza e 37,2 di larghezza, Costa Diadema sarà la più grande nave da crociera a battere bandiera italiana; con il suo progetto per la Carnival Destiny, la prima nella storia a superare la stazza di 100 mila tonnellate, nel 1998 Joseph Farcus è entrato nel Guinness dei Primati. E oggi l’architetto di Miami, nome di riferimento nel design dei resort galleggianti, firma la dodicesima collaborazione con Costa lavorando agli interni e agli arredi della futura ammiraglia della flotta, la cui consegna è prevista per il 30 ottobre 2014: «Parto sempre da una linea su un pezzo di carta bianca, anzi prima ancora immagino la funzionalità di un ambiente. Puoi fare il più bel teatro del mondo, ma non serve a niente se la gente non riesce a vedere bene il palco».

ARCHITETTO DELL’INTRATTENIMENTO – Diretto ma mai spigoloso, allergico a ciò che fa tendenza («prima o poi passa di moda, invece il mio design deve durare»), Farcus incontra Icon a Genova durante l’Operazione comfort: tre saloni di Palazzo Ducale trasformati in un caleidoscopio di oltre 500 sedute di 56 aziende, quasi tutte italiane.

Qui Costa ha invitato alcuni dei suoi croceristi più assidui e ha chiesto loro di scegliere secondo il loro gusto di habitué, con una votazione segreta. Le sedie e le poltrone vincitrici, accanto a quelle indicate dalla squadra di Farcus, faranno mostra nel Portobello Market, la vasta area shopping di bordo; nel ristorante giapponese Teppanyaki, nella pizzeria, nella Spa Samsara e nelle tante aree comuni di Diadema, dove dominano legni chiari, colori naturali, tocchi raffinati che ricordano uno yacht di lusso. Estetica che, di nuovo, è subordinata alla sostanza: «Amo definirmi un architetto dell’intrattenimento. Il mio lavoro è un mosaico vivo: scelgo i materiali in base alle sensazioni che possono scatenare, alle esigenze che riescono ad accontentare». Bisogni spesso opposti: la voglia di privacy «di chi passa l’intera giornata steso al sole in compagnia di un libro»; la voglia di festa «di chi sale sul palco per mettersi a cantare». Bisogni comunque accomunati dal gusto di scoprire una città in movimento sul mare: una sorpresa lenta, studiata per non sciogliersi alla prima impressione, ma per durare tutto il viaggio. «Non voglio essere mai un libro troppo aperto, che concede tutto e subito. Voglio che i miei progetti facciano venire voglia di girare pagina e passare al capitolo successivo». O meglio: alla prossima crociera.