Oltre 3.500 novità, motori efficienti ma parsimoniosi, rispetto della tradizione integrata da innovazione, tanta tecnologia

L’appuntamento con la Nuova Mini è in un luogo non convenzionale, proprio come lo stile della vetturetta britannica che da oltre 50 anni è sulla cresta dell’onda. La terza generazione Mini esce dai bunker di monte Soratte, 300 metri di rifugi militari, cunicoli e gallerie ricavati dalla roccia di Sant’Oreste (Roma), dove probabilmente erano custoditi alcuni capolavori rubati dai nazisti all’Italia durante la Guerra. Si tratta di una Mini tutta nuova, con un look immutato nei tratti distintivi ma con addirittura 3.500 elementi diversi rispetto alla versione precedente. Sono cinque i fattori che più di altri, ce la fanno promuovere.

Tutto è ‘più’
La vettura è prima di tutto più grande (+44mm larghezza, +7mm altezza, +98mm lunghezza, +28mm passo), più moderna, più capace meccanicamente.

Tradizione e novità
I suoi tre canoni principali – il corpo corrisponde al dna e alla tradizione, la greenhouse (superfici vetrate laterali) marca la differenza, il tetto è più sportiveggiante –  sono rispettati ma mostrano segni di novità: ora il bumper (paraurti) è integrato nella calandra, il cofano ha un’estensione maggiore che in passato e il design a cuneo tipico del posteriore, proprio come spoiler e passaruote, è decisamente più bold. Il baule cresce del 30%, cioè con 51 litri aggiunti alla vecchia configurazione, il volume è ora di 211 litri.

Gli interni contemporanei
All’interno trovano finalmente posto cenni di contemporaneità che su un’auto sfiziosa come Mini proprio mancavano. Ora c’è l’head up Display, il Dirving Assistant con regolazione attiva della velocità sfrutta l’insieme delle telecamere che l’equipaggiano, tutte le funzioni di infotainment e di servizio passano attraverso il programma di InCar-Infotainment Mini Connected. Funzioni ora complete con Emergency Call e Mini Teleservices, ovvero assistenza di sicurezza e servizio concierge disponibili tramite carta sim integrata. Anche gli strumenti si raggruppano dietro il volante, così in mezzo al Center Speedo (il grande strumento posizionato tradizionalmente al centro della plancia) resta il nuovo grande display Bmw da 8,8”, si comanda con il nuovo jog controller che sostituisce il vecchio joystick sul tunnel centrale, mentre il profilo assume, attraverso una colorazione luminosa, l’andamento dei giri e del contagiri.

La guida
Al volante si capisce subito che non si ha più a che fare con la passata generazione: qui, in questo caso, la distanza è siderale. L’avantreno non tira più, sbandando, come accadeva ogni tanto sul precedente modello. I nuovi motori – subito a marzo i tre cilindri 1,5 litri Cooper da 136CV e Cooper D 116CV e il 4 cilindri 2 litri Cooper S da 192CV – si dimostrano efficienti e parsimoniosi, generalmente si viaggia a seconda della motorizzazione su livelli compresi fra 3,5 e 4,5 litri ogni 100 chilometri.

@paolocozzi