Nel 1963 debuttava la sportiva tedesca e da allora è stato solo successo

Altro che crisi di mezza età: 50 anni di corse sulle strade e sulle piste di tutto il mondo non hanno consumato un briciolo del fascino della 911, cuore della produzione Porsche e sinonimo stesso di auto sportiva. Dal suo debutto nel 1963 ha subito diverse rivisitazioni, ma è rimasta sempre inconfondibile e fedele alla filosofia originaria, un mix di meccanica rigorosa e comfort, classe e versatilità. Ferry Porsche, patron della casa ai tempi della sua creazione, la riassunse con queste parole: ‘La 911 è l’unica auto che puoi guidare in un safari in Africa, a Le Mans, per andare a teatro e in giro per le strade di New York’.

Fu proprio Ferry Porsche a immaginarla così, una sportiva capace di raccogliere l’eredità delle fortunata 356, ma con soluzioni tecniche avanzate, maggior potenza e un abitacolo più spazioso.

Al design comincia a lavorare il figlio Ferdinand Alexander ‘Butzi’, più artista e meno ingegnere del padre, già a partire dal 1959, ma solo dopo anni di ripensamenti e correzioni la livrea trova finalmente il giusto equilibrio.

Il prototipo della 901 viene mostrato al mondo all’International Motor Show di Francoforte nel settembre del 1963. Colpisce subito, ma servono ancora diversi mesi prima che l’auto raggiunga i mercati nell’ottobre del 1964, equipaggiata con il suo motore 6 cilindri boxer raffreddato ad aria. Nel frattempo il nome è cambiato in 911 a causa delle rimostranze di Peugeot, che detiene in Francia i diritti sui nomi composti da tre cifre con uno zero in mezzo; dell’iniziale 901 vengono prodotti solo 82 modelli.

Inizia in questo modo la storia della 911, che oggi, dopo cinque decadi, sette generazioni evolutive, 820mila modelli venduti e 20mila gare vinte, continua a sedurre gli amanti delle quattro ruote come il primo giorno.