Stefano Pilati, Alessandro Sartori e Brendan Mullane lasciano a sorpresa la direzione creativa di Zegna, Berluti, e Brioni: ecco cosa cambia ai vertici delle maison della moda uomo

Una scossa di assestamento, quella nel panorama della moda maschile, che, in pochi giorni, ha rivoluzionato gli uffici stile di alcuni dei marchi più blasonati, e si appresta a cambiare la geografia della creatività. 

Si parla degli eventi degli ultimi giorni nei piani alti dei palazzi della moda: ad annunciare per primo il passo indietro è stato Brendan Mullane, il designer inglese di Brioni, arrivato nel brand nel Luglio 2012. Un addio senza rimpianti, cortese e pieno di stima, secondo le dichiarazioni ufficiali del ceo Gianluca Fiore che ne ha lodato la ‘visione e il carisma’, e dello stesso Mullane, che ha ringraziato il marchio (nell’orbita del maxi gruppo del lusso Kering) per gli anni ‘ricchi di passione’

Un’altra separazione consensuale, a poche ore di distanza recapitata al mondo tramite comunicato ufficiale, è quella tra Alessandro Sartori e Berluti, maison francese ma con le origini italiane, nata come calzaturificio e poi, sotto la guida creativa di Sartori divenuta emblema di un total look raffinato dagli accenni dandy. Stima da entrambe le parti, e i migliori auguri per il futuro.

Ieri, a chiudere il cerchio, con gli stessi toni cordiali, si è consumato l’addio tra Ermenegildo Zegna e Stefano Pilati, mente creativa del marchio italiano, fautore del rilancio del marchio, e, per un breve periodo, direttore anche dell’ufficio stile della controparte femminile, Agnona. Un allontanamento giustificato dal desiderio di Pilati di intraprendere altri progetti, come si legge nel comunicato stampa.

Uno sparigliamento delle carte, insomma, che disegna nuove rotte per la moda maschile. Nomi conosciuti già prima di approdare nei rispettivi marchi (Mullane ha diretto l’uomo di Givenchy, Pilati ha disegnato l’uomo e la donna di Yves Saint Laurent prima dell’attuale Hedi Slimane, anche lui, secondo i gossip degli ultimi giorni, sempre più vicino all’uscita dal marchio), la missione che sono stati chiamati a compiere solo qualche anno fa, quella di valorizzare l’importante heritage di marchi storici, nati, come Brioni, nelle sartorie, e indossati dai divi dell’età d’oro di Hollywood, può dirsi compiuta. 

Codificati in chiave contemporanea i concetti di eleganza, modificate le silhouette, approdati sulle passerelle e nei desiderata degli uomini che dettano lo stile, Berluti, Zegna e Brioni sono ora pronti ad andare da soli, senza probabilmente il traino di un designer noto, scelta verso la quale si sono già orientati, con successo, altri marchi, da Gucci a Balenciaga, che per trovare il successore di Alexander Wang, ha puntato sul giovane e talentuoso Demna Gvasalia, che nel curriculum vitae annovera come unica esperienza quella con la sua linea, Vetements

D’altra parte risulta fisiologico il desiderio degli stessi designer di impegnarsi in nuove sfide, o magari concentrarsi sul lancio di una propria linea d’abbigliamento (anche se si sussurra di un ritorno di Sartori in Zegna, dove aveva già precedentemente prestato servizio nella linea Z Zegna, e di un arrivo di Pilati da Lanvin, a sostituire il vuoto lasciato da Alber Elbaz).

Un gossip, quello di Sartori da Zegna, che ha trovato conferma oggi, quando il marchio ne ha annunciato l’arrivo, a dirigere tutte le linee del marchio, Zegna, Z Zegna e la linea femminile Agnona. I primi frutti del suo lavoro, che comincerà ufficialmente questo Giugno, si vedranno il prossimo Gennaio, quando sfilerà la stagione invernale dell’uomo per il 2016/2017.

A tramontare, in sostanza, sembra però l’era del protagonismo assoluto dei creativi, iniziata nei primi anni novanta con Gianni Versace, in favore di un ricambio generazionale. Lo stile incassa, ringrazia, e, per la prossima stagione, è già pronto a rifarsi il look.

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