Chiuse sull collo, stampate o effetto denim. Ecco i capi che si portano anche in ufficio

Si semina in primavera e si raccoglie dopo centoventi giorni, non uno di più. Se si ritarda, la fibra sarà più dura, e il filato di minor pregio. Dalla Francia al Belgio, dalla Germania alla Finlandia. L’85 per cento della produzione mondiale del lino, la più antica tra le fibre tessili, avviene in Europa, dove si coltivano più di venti varietà. Sinonimo di eleganza estiva, allo stesso tempo un po’ rude ma raffinata, la camicia di lino rievoca caldi giorni d’estate. Linee morbide, trame lievi. Il tessuto nobile traspira, assorbe l’umidità e mantiene fresca la pelle.

Il filato è ottenuto seguendo quattro processi di trasformazione: dalla macerazione, in cui le piante estirpate vengono lasciate sul campo fino a quando le dure fibre corticali si separano da quelle tessili, a stigliatura e pettinatura, i processi con cui le fibre vengono staccate dai fusti e pulite. Dalla filatura, che trasforma le fibre in filato, fino all’intrecciatura dei fili che forma il tessuto.

Così, per la nuova stagione calda, sui tessuti di lino più pregiati (come quello di Normandia, il più fine al mondo), gli stilisti disegnano camicie slim fit con collo alla francese a vele aperte o button down. La tinte, ottenute immergendo le rocche di filato in bagni di colore, vanno dal midnight blue più elegante, da portare anche sotto a doppiopetto e blazer, al denim con effetto delavè ottenuto alternando ripetutamente insaponatura e risciacquo. E, perché sia per sempre, basterà lavarla in acqua tiepida, con un sapone neutro, e lasciarla ad asciugare avvolta in un telo di spugna.

 Fashion Editor: Andrea Tenerani

Foto: Cesare Medri
Fashion Contributor: Marco Dellassette