Doppiopetto e destrutturati, con cinture in vita e reverse ampi. Ecco i cappotti della stagione invernale

È l’ora del cappotto. Un passo prima del parka o del piumino stra imbottito, un passo avanti rispetto allo spolverino e al trench autunnale. Caldo, elegante. Il cappotto combina sartorialità e design, un pezzo cult protagonista del guardaroba invernale.

Ed ecco così che nel panorama dei nuovi capispalla l’attenzione è sulla nuova collezione di Giorgio Armani che per taglio e palette colori si ispiraa quell’aspetto impeccabile di William Burroughs, scrittore americano, outsider della beat generation che a lungo, da esule, visse a Tangeri. «Era un rivoluzionario», racconta Giorgio Armani. «Ma con un’idea di eleganza estremamente attuale, perché mai esibita, mai sfrontata». E la stessa nonchalance discreta, fatta di forme morbide e rilassate, la si ritrova nei paletot dai volumi decostruiti, nella palette dei blue, dei grigi e nelle nuances naturali.

Ricalca la scelta del grigio anche Loewe con il suo cappotto in lana Mohair e cashmere con pattern check nel più classico stile inglese. Doppiopetto con cinta alla vinta, ha dettagli militari come il doppio laccetto al collo e sulle spalle. Si porta anche aperto su un pull bordeaux e beatles in pelle. E di nuovo Boglioli, con un monopetto dal reverse sottile che rientra nella parte del Soft tailoring, un lavoro chirurgico e gentile tanto sulla sartoria quanto sulla materia. Niente è rigido, tutto è morbido. L’eccellenza artigianale di Boglioli continua nell’incessante studio sperimentale sui tessuti dell’eleganza maschile, oggi trattati con ancora più passione e soprattutto con dolcezza. Si porta anche con un denim scuro e dolcevita nero.

È poi la volta di Herno con un grande classico. Il cappotto cammello in cashmere con interno a contrasto. Particolarità della maison è la lavorazione double, emblema del fatto a mano di cui Herno è maestra fin dagli anni’60, torna protagonista anche della collezione maschile da abbinare a mountain boots declinato per la città e pantalone in velluto a costine.

Ha un effetto vissuto invece il peacoat d’ispirazione militare che nasce dalla collaborazione tra Nick Wooster e Lardini. Una collezione che rivivel’estetica fatta di grafismi e di forme geometriche quanto armoniose in un mood urban e di tendenza che non dimentica però i dettami sartoriali dell’universo formale maschile. Romanticismo e durezza, rigore e anarchia; sono queste le chiavi opposte dell’ispirazione di Nick Wooster che attinge alla tradizione del Giappone senza dimenticare le sue silhouette inconfondibili per pulizia e per i giochi dimensionali.

Infine un grande classico. Il doppiopetto blu. È quello di Paoloni che per l’inverno in arrivo veste il gentleman della miglior lavorazione sartoriale che si lega ai codici del made in Italy. Elegante, anche con l’abito da ufficio o gilet ton sur ton.