Dalle vibrazioni rock, urbane, o da indossare in ufficio: la giacca di pelle da prova di versatilità nel guardaroba autunnale

La mezza stagione: troppo presto per indossare i capispalla dal sapore più invernale, troppo freddo per limitarsi ai blazer o ai maglioni. È in questo lasso temporale fuggevole per definizione, che a farla da padrone è la giacca di pelle, da declinare a seconda delle versioni scelte, e dall’abbigliamento che gli si accompagna, in ufficio, per il tempo libero, e, ovviamente, per un concerto rock. Ecco come

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CASUAL

Nel weekend, per le gite fuori o gli aperitivi: la giacca di pelle è un passepartout, con carattere, ma capace di piegarsi alle necessità di chi la indossa, tenendo a freno la sua anima, tra motociclette e rock’n roll. Quella di Berluti ne è un esempio: imbottita, profili essenziali, ha un colletto in pelliccia staccabile da utilizzare secondo le necessità. Per le occasioni informali si indossa con maglioni in texture preziose e dai pesi minimi, che ricamano micro-geometrie, pantaloni in twill di cotone dall’anima sportiva, con elastico in vita e sulle caviglie, e sneakers total white, come quelle di Moncler.

ROCK’N’ROLL

L’abbinata prediletta dalla giacca in pelle, la sua reale vocazione ha un nome, e si chiama rock’n’roll: per l’occasione si arricchisce così di occhielli e microborchie, tasche trasversali con chiusura a zip e colli importanti, come nel modello di Acne Studios: l’abbinata perfetta è con denim in cinquetasche slim-fit e stivaletti in suede, di carattere ma privi di qualunque altro orpello decorativo. La t-shirt è nera o con stampe parlate: quella della capsule di Pepe Jeans London negli store in questi giorni celebra il trentennale della scomparsa dell’artista simbolo della pop culture, Andy Warhol, mente dietro la creazione di copertine leggendarie, come la banana sulla cover dell’album dei Velvet Underground, formazione alternative rock dove cantava Nico, e a suonare tra gli altri c’era Lou Reed.

FORMALE

Sembra una contraddizione in termini, ed invece esiste: la versione formale del biker. E, neanche, a dirlo, arriva dalla Gran Bretagna, maestra nel mettere insieme rivoluzione e rispetto dei formalismi. Il modello di Belstaff, infatti, è una giacca da moto, con cinta in vita, da indossare con maglioni bon ton in lana merino e nuance fredde, bianco ghiaccio o panna, pantaloni in lana con piega centrale, e ovviamente, monkstrap. L’eccentricità del modello di Santoni, realizzate con monofibbia in vitello lucido, sul puntale il classico motivo a coda di rondine, è nella colorazione, eseguita a mano: sul piede destro e su quello sinistro, le due nuance si scambiano di posto. Riservando gli eccessi rivoluzionari ad un dettaglio eccentrico, con stile.