Dalla giacca destrutturata alla t-shirt blu. Giorgio Armani compie 80 anni e Icon lo celebra con i cinque trend che lo stilista ha reso eterni

80 anni all’anagrafe, di cui 40 passati a insegnare l’eleganza al mondo.

Un risultato eccezionale, considerata la velocità alla quale il fashion system moderno produce e dimentica mode, visi, storie. 

Ed è proprio una storia unica, quella di Giorgio Armani, iniziata come vetrinista in Rinascente, e proseguita sino ad essere assunto da Nino Cerruti, che lo vuole a disegnare la sua linea Hitman, per 7 anni. Un’esperienza che lo spinge verso la sua naturale inclinazione, un rapporto di collaborazione profilica con l’industria cinematografica holliwoodiana, che lo amerà senza riserve, consacrandolo come uno dei nomi di maggiore importanza già nel 1982,  a soli 7 anni dalla nascita del suo marchio, quando veste Richard Gere in American Gigolo.

I suoi completi dai volumi fluidi, declinati su nuance sofisticate e tenui, i pantaloni ampi con le pinces, ridefiniscono il vocabolario dell’eleganza al maschile, sdoganando un casual-chic rigoroso ma dalla sensuale morbidezza, una mascolinità leonina ma finalmente educata al bello, lontana dalle iperboli stilistiche che caratterizzeranno gli anni ottanta, tanto da lasciare impressa nella memoria comune la scena del film nella quale Gere si prepara, sul letto appoggiati con nonchalance abiti e accessori possibili, tutti, inequivocabilmente firmati da Re Giorgio, come lo chiameranno gli americani da allora in poi.

Nell’immaginario volume dedicato all’eleganza, che Giorgio Armani ha scritto in questi quarant’anni di attività, altro vocabolo fondamentale, inserito a pieno titolo tra gli essenziali del guardaroba, è quello della giacca destrutturata. Seducente, libera da orpelli, divenuta icona di uno stile unisex, rigorosa ma sexy, sarà il capo più rubato dall’armadio  di lui dalle donne, insieme alle stringate.

Una lista alla quale si aggiunge il greige: non solo un colore, summa delle cromie più amate e utilizzate da Armani, grigio e beige, ma una filosofia di vita, che tinge anche Main, il suo yacht.

Innegabilmente italiano, culturalmente cosmopolita, la sua moda subisce influenze culturali e stilistiche tra le più diverse, dagli anni venti e trenta del razionalismo architettonico al Bauhaus, indugiando costantemente in un certo gusto per l’orientalismo, colli alla coreana, nuance bruciate dal sole di paesi lontani e arabeschi ricamati, ma sempre discretamente sullo sfondo, regole non scritte ma irrinunciabili del bel vestire, che troveranno l’interprete perfetto in John Malkovich, che vestirà ne Il Tè nel deserto di Bertolucci. 

Nume tutelare del gusto ad ogni latitudine e in ogni stagione, ha reso infine iconica l’accoppiata più casual della t-shirt blu con il denim, facendone una divisa per se stesso, e per il suo uomo, sinonimo di un’attitude rilassata ma mai incurante.

Cinque trend a cui ha regalato la consacrazione a classici, icone sempreverdi, disinvolte e distinte. In altre parole, come Giorgio Armani. (vedi anche le ultime sfilate uomo con la collezione Giorgio Armani per la primavera-estate 2015)