Gli occhiali da sole sono un accessorio da collezione: dalla città alle piste da sci, tutti i consigli per scegliere il modello perfetto in ogni occasione.

Gli occhiali da sole sono un accessorio irrinunciabile in ogni stagione, inverno compreso. Bisogna però saper scegliere: l’estetica non è l’unica cosa che conta. Luca Gnecchi Ruscone, fondatore del marchio L.G.R., è un esperto in materia: nel 2005 scoprì una vecchia scatola di occhiali coloniali in un negozio appartenuto a suo nonno ad Asmara, in Eritrea, e iniziò una piccola produzione di occhiali fatti a mano recuperando i metodi artigianali del passato. Oggi i modelli L.G.R. sono tra i preferiti di personaggi come Giorgio Armani, Tom Cruise e Pierre Casiraghi.

Il primo elemento da valutare quando si scelgono gli occhiali da sole è la tipologia di lenti. «Nel periodo invernale sono da preferire lenti sfumate fotocromatiche, che offrono una buona visibilità anche con poca luce e si scuriscono con i raggi del sole», spiega Luca Gnecchi Ruscone. Sulle piste da sci, meglio aumentare il livello di schermatura puntando su «lenti specchiate “da ghiacciaio”, categoria di protezione 4, cioè molto scure». Attenzione però: questo tipo di lente non è adatto alla guida. Al mare o al lago, dove l’occhio è esposto ai raggi riflessi sulla superficie dell’acqua, «le lenti giuste sono quelle polarizzate, che riducono il riverbero, aumentano il contrasto e proteggono dai raggi solari». In tutti i casi, il materiale da preferire è il vetro, che ha una «trasparenza ottica ineguagliabile».

Anche la colorazione della lente può fare la differenza: «Non bisogna fermarsi all’aspetto estetico: ogni colore ha proprietà di assorbimento della luce diverse e offre percezioni diverse a chi indossa l’occhiale», continua Gnecchi Ruscone. Le lenti grigie filtrano i colori in modo uniforme e danno una visione piuttosto neutrale, che può risultare «un po’ noiosa». Le lenti marroni, o giallo scuro, offrono una visione più contrastata e fanno risaltare i colori, specialmente i verdi. Le lenti di colore blu danno «un feeling molto chiaro, leggero, che sdrammatizza» e sono molto belle abbinate a montature color tartaruga. Un grande classico sono le lenti G15 grigio-verdi: «Furono inventate negli anni Cinquanta per i piloti di aeroplano che volavano sopra una cerca altitudine e avevano bisogno di neutralità, data dal grigio, e di un buon filtro dello spettro di luce blu che si percepisce sopra una certa altitudine».

Se è vero che le montature in metallo hanno «resistenza e leggerezza ineguagliabile», l’acetato di cellulosa si adatta al viso di chi lo indossa e «diventa parte della sua personalità». Anche la montatura si sceglie in base alle esigenze: «Per il viaggiatore suggerisco un modello con doppio ponte, più resistente agli urti e con un aspetto avventuroso. Chi indossa lenti graduate deve invece puntare sulla comodità, con una montatura che distribuisca il peso delle lenti in modo uniforme». Il modello passepartout? «Il nostro Reunion: classicissimo, elegante ma con un tocco da architetto matto, è il più trasversale. Per dire, lo indossano sia Giorgio Armani sia Marcelo Burlon».