Dal bianco avorio per una cena in riva al mare al classico blue da indossare anche in ufficio, fino al più dark per una nottata rock. Tre lavaggi denim per un’estate in jeans.

Nasce rude, con anima ribelle e matrice workwear. Ora, invece, nobilitato da designer e stilisti che l’hanno portato a sfilare,  torna in chiave sartoriale, sulle passerelle per le collezioni estive.

Il denim, tela indaco del blue jeans, perde così i toni casual ed entra nel guardaroba del gentleman come tessuto d’eccellenza, utilizzato per confezionare pantaloni maschili seguendo i passaggi della tecnica artigianale del su misura. È una lunga evoluzione: da rigida tela per abiti da lavoro a tessuto morbido e avvolgente, disegnato per adattarsi alle forme.
      

Ecco così che la vestibilità del nuovo jeans si asciuga, diventa minimale. La vita si alza e il fit si stringe. Così come il fondo della gamba, studiato per mettere in evidenza la calzatura, con un diametro più stretto, tra i 16-18 centimetri. I trattamenti spaziano dal no-drop, che garantisce la totale impermeabilità, al finissaggio stone washed che dona al denim un effetto used, realizzato  lavando il capo con pietre pomici che graffiano il tessuto. 
   

Al cotone poi si mescolano fibre modal, generate dalla cellulosa, per dare al jeans una mano più morbida e fibre in jersey, rubate alla tecnologia dell’abbigliamento sportivo. Tra le tendenze in fatto di lavaggi nasce anche l’utilizzo dei minerali, coloranti naturali  che tingono il jeans senza inquinare, e la tecnologia jeather che dona al tessuto l’aspetto della pelle ma con una sensazione denim   I colori vanno dal nero più dark al più classico indaco, fino alle nuance più chiare sui toni del bianco.


Fashion Editor: Andrea Tenerani
Foto: Cesare Medri
Fashion Contributor: Marco Dellassette