Si è aperta la settimana della moda maschile milanese. Ecco il meglio che abbiamo visto in passerella

Dal 15 al 19 gennaio sfila a Milano la moda uomo per l’autunno/inverno 2016. Nella nostra gallery il meglio che abbiamo visto in passerella con i dettagli delle collezioni e delle tendenze, trend, ispirazioni per la prossima stagione fredda.

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19 GENNAIO 2016

Back to the nature. La moda maschile sembra scegliere un fuga romantica nella natura. Ieri Etro, con il video State of Nature che ha introdotto il tema ispirazione di tutta la collezione, quello di una campagna wild in cui sentirsi liberi anche nei movimenti grazie ai volumi morbidi, ai cavalli bassi, ai maglioni sfilacciati. E oggi, l’uomo Brioni sceglie la montagna, con le sue vette pennellate di bianco e la neve che scricchiola sotto a boots in suede con suola carroarmato. Intorno a lui una foresta di alberi innevati. A ripararlo dal freddo ci sono casacche in cashmere con cappucci applicati, parka over  con tecnologie da sport d’alta quota, tornano le cuciture e le applicazioni nastrate, e cappotti doppiopetto in visone a confermare la tendeza fur della prossima stagione. È più un viaggio esistenziale quello invece di Giorgio Armani. Dove non è più la destinazione a contare, piuttosto il percorso. Il paesaggio interiore, di pace e tranquillità, si ripropone sulle silhouette morbide, cardigan rilassati, scialli che avvolgono come coperte.

Dagli scenari e i panorami mozzafiato alla piste di velocità. È Dirk Bikkembergs a risvegliare il popolo della moda con una corsa a tutta velocità in sella ad una Yamaha. È notte, le strade sono buie. Rompono il silenzio bikers vestiti di pelle. Dal chiodo agli stivali, la leather trend è da competizione. Aderisce perfettamente a corpi statuari e si mescola a tessuti metallici o lane e cashmere con grafiche ispirate all’alta velocità. Anche gli uomini Diesel Black Gold salgono in sella. Ma questa volta ad una bicicletta. Il loro viaggio è metropolitano. Con pantaloni attillati e volumi ampi a coprire la parte superiore del corpo. Sono i bike messengers con i loro bomber oversize, le cappe che riparano dalla pioggia e colli alti che frenano il freddo.

18 GENNAIO 2016

Maxi pocket. Non c’è stilista che non abbia giocato con questo dettaglio che diventa il focus di intere collezioni. Da Marni a N.21, fino a Canali dove le tasche sono oversize anche su blazer dal fitting aderente. Anche da Emporio Armani ci sono inserzioni termonastrate o gommate e applicazioni in pelle tagliata a laser.

Alchimia Fur. Un gangster punk old wild west per lo stilista-artista Antonio Marras che passa dai tessuti broccati a contrasto con principe di Galles e gessati fino a pellicce voluminose. Un dandy sauvage invece da Etro che accosta pelliccia animalier a completi in principe di Galles.

Sfilano poi cappotti con ampi polsi in pelliccia e reverse ricamati da Ermanno Scervino. Il calore di una vestaglia da camera che si trasforma nel cappotto quotidiano, proprio in pelliccia, su pantaloni morbidi per Fendi che gioca con volumi e lavorazioni da atelier di alta sartoria anche per il blazer più prezioso della stagione, in visone su pantalone palazzo in Prince of Galles. Il mondo di Gucci è ampio e visionario. Ogni outfit è un viaggio tra i frammenti di una memoria collettiva che lo stilista individua all’interno di un campo di riattivazione poetica. Il gioco, anche anarchico, concede salti temporali e di latitudine. Compaiono broccati, pellicce cow e abiti in pitone Immancabili le pantofole di pelo che sono già must have. L’era Fur pervade ogni stile, by day e by night.

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17 GENNAIO 2016
Atelier 2.0.
La sartorialità del nuovo millennio è fatta di artigianalità, quella dei sarti d’atelier unita a una dose saggia di sperimentazione. Soprattutto nei tessuti. Come visto da Ermenegildo Zegna: la linea Couture del prossimo inverno è un omaggio al codice sartoriale del brand tradotto da Stefano Pilati in mantelle e cappotti tra il militar style e il tailoring più evoluto.

Mantelle anche per Daks, che propone un dandy imbrigliato tra l’opulenza del velluto e le trame brit care alla maison. I coat-vestaglia di Bottega Veneta sono invece fluidi e raffinati mentre i trench di pelle lavata hanno già il calore del vissuto. Immancabile la sciarpa, fine o di maglia, portata leggera su blazer check. Debutto in passerella da Boglioli con Davide Marello che propone la KJacket, capo icona della maison, ancora più leggera e impalpabile,  indossata aperta come fosse un cardigan. Nell’Agorà di Prada, sfila invece un marinaio melanconico, che fa della sartorialità una peculiarità assoluta, ma mai banale, con camicie in pelle dalle linee pure e una struttura che trova nel rigore la sua forza.  

Modernist. Bomber stropicciati, parka e maglie con tasche oversize applicate richiamano l’estetica militare da N.21. L’animalier invade coat over e i maglioni di mohair. Il mix tra maschile e femminile è così equilibrato da passare quasi inosservato per Alessandro Dell’Acqua. Da Calvin Klein il viaggio nel passato si ferma alla parola Dna: ovvero il denim con giacca e t-shirt bianca. il jeans è sbiadito, quasi candeggiato, con sottili filamenti arrugginiti che donano al capo un’allure marmorea. Protagoniste sono poi le fasce smoking laminate oro, argento e oro rosa.

Grafismi da Salvatore Ferragamo, che sembra tratteggiare geometriche trame sulla maglia che è la vera protagonista della sfilata. Così come da Missoni che non smentisce l’amore per il motivo zig zag. Un viaggio nella natura che dalle pendici delle vette Boliviane approda in città per un Trekking style fatto di abiti trapuntati, cardigan a trecce over e pedule ai piedi.

Grafica camo per Moncler che provoca con una sfilata monotematica, come da copione per Thom Browne. La stampa mimetica è più di un semplice disegno, è un’ossessione stilistica ripetuta su piumini, coat, mantelle e persino passamontagna che coprono il viso di modelli in tenuta combact, forse troppo ‘riot’ anche per il palco della fashion week.

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15-16 GENNAIO 2016
La fashion week della moda uomo di Milano si apre a passo di marcia. Quella militare, perché militar-style è il fil rouge della prima giornata di sfilate. Da Costume National che mixa camicie in ciniglia, pelliccia e pantaloni combact su giacche di foggia militare a Ports 1961 dove Milan Vukmirovic traspone su cappotti cammello giochi colorblock che riecheggiano le coperte militari. Fino a Jil Sander che riprende i codici dell’estetica army per poi reinterpretarli in chiave avant-garde.

Per Peter Dundas la prossima stagione invernale invece sarà in bilico tra eleganza e extravaganza dove sensualità, fluidità e mascolinità giocano con dettagli genderless. Sete e broccati a contrasto con denim e pelle quindi da Cavalli, così come da Dolce&Gabbana che mette in scena un Sicilian Western con modelli-cowboy dagli abiti ricamati con le icone del vecchio west e suit-pijama per la sera.

La sport couture è sicuramente un dei temi hot di stagione. Come visto da Versace, che ha aperto la sfilata tra neon e runner futuristi. Mentre da Neil Barrett è la felpa la protagonista assoluta: in neoprene con collo alla coreana, tagliata come fosse una biker jacket con stampe animal o indossata con pantaloni sartoriali e beatles boots.

Da Marni invece stampe floreali e polsi sfilacciati si contrappongono a sneaker e dettagli street come il baseball cap. Si chiama Avant-Craft la visione tecno-sportiva di impronta sartoriale declinata sulla passerella di Pal Zileri, che impreziosisce coat e parka di derivazione sporty con astakan e dettagli couture.