Blazer doppiopetto su camicie denim: torna Serge Gainsbourg con i suoi primi quattro LP e la moda ne celebra lo stile iconoclasta

In completo gessato, di fianco un tavolino con un mazzo di rose, e un revolver. Basterebbe questa immagine, copertina del primo disco di Serge Gainsbourg, Du chant à la lune, per spiegare il mito imperituro creatosi intorno al cantautore francese, ancora vivissimo nella memoria comune, a vent’anni dalla sua scomparsa. Un mito celebrato dalla Jackpot Records (e portato nel Bel paese dall’Egea) che ne ripubblica i primi quattro LP in un cofanetto.

Nonchalance francese, ma profilo ereditato dai genitori ebrei russi, orecchie a sventola e sguardo distante, con le sue frequentazioni colte, Dalì e l’amore per le poesie di Boris Vian e Jacques Prevert, è stato il nume tutelare e l’ispirazione somma di tutti gli artisti maledetti che sono venuti dopo, blandi imitatori di uno votato per cultura alle vette più alte così come ai precipizi più profondi. Mai mezze misure, ma tutto miracolosamente senza perdere in sofisticatezza, anche quando nelle sue canzoni teorizzava con cinismo, quello sì, tutto francese, di alcol, povertà, sesso e adulterio guadagnandosi tante censure quanti riconoscimenti. Un mix esplosivo che lo ha portato a conquistare critici musicali e donne tra le più belle del mondo, da BB a Jane Birkin, nonostante quella faccia un po’ così, e il carattere umorale, ossessivo nell’ordine della sua casa a Saint Germain

Un’ossessione che trasponeva anche nel suo armadio, dove il nero faceva spazio solo al blu del denim, un’attenzione all’estetica che coltivava in segretezza, senza dare mai l’impressione di essersi guardato allo specchio prima di essere uscito di casa, eppure sottilmente presente, come quando, portato in ospedale dopo il primo infarto, a soli 45 anni, chiese di avere con sè la sua coperta di Hermès, perché ‘quelle dell’ospedale son brutte’.

Un approccio allo stile che la moda celebra per quest’estate, sdoganando i blazer doppiopetto con maxi bottoni anche per il giorno, a patto che la loro serietà sia mitigata dall’accoppiata con le camicie in denim o chambray, rigorosamente non abbottonate fino alla fine, con il colletto che si apre ad ali di gabbiano. Poche ed essenziali le stampe concesse, righe navy che suggeriscono climi da Costa Azzurra si declinano sulle gradazioni più profonde del blu, o del fidato, esistenzialista, nero di seppia.  I pantaloni a zampa di quello che Serge Mitterand definì ‘il nostro Baudelaire’ si aggiornano alle tendenze contemporanee, assumendo una linea slim, perfetti con dei classici Beatles. Privo di vezzi o accessori visibili, la vanità maschile si traspone solo nella scelta dell’orologio, meglio se con cinturino in pelle e dall’allure retrò. Senza sfumature, senza prolungamenti estetici pomposi quanto inutili, ma solo, dichiaratamente, di carattere, come Serge Gainsbourg.