Icon al debutto delle Air Jordan XX9 in occasione del Nike World Basketball Festival di Barcellona per scoprire che le sneaker icona del basket hanno un’anima Made in Italy.

La prima costava sessantacinque dollari e scese in campo vestita di rosso con un baffo nero sulla caviglia nel marzo del 1985. Una rivoluzione, in mezzo a tante sneaker bianche, che costò al gigante Nike ben cinquemila dollari di multa a partita. Era il prezzo da pagare per entrare a far parte della hall-of-fame delle icone della pallacanestro.

Ai piedi del più grande cestista della storia, le Air Jordan hanno dominato per trent’anni il mercato delle sneaker da basket influenzando il gioco in campo e lo stile in strada. «Migliorare la performance fino a far volare gli atleti a canestro. È sempre stato il nostro obiettivo», racconta ad Icon Rob Bruce, design director di Jordan Brand.  «Le Air Jordan non sono mai state pensate come scarpe solo di design, perché per noi non è una questione di estetica. Prima di tutto c’è la performance, la tecnologia è applicata alla progettazione e alla costruzione della scarpa. Poi a diffondere lo stile ci pensano gli atleti con il loro show sotto canestro».

A partire dalle Air Jordan One scese in campo ormai trent’anni fa l’evoluzione nella costruzione della sneaker non si è più arrestata. Dai primi inserti in mesh traspiranti e le cinghie regolabili per stabilizzare la caviglia sull’edizione numero tre, alla prima suola ammortizzante dell’Ari Jordan V. E poi l’intersuola che agevola la torsione del piede, i profili in neoprene che avvolgono il malleolo come un calzino, le prime allacciature in velcro, i rinforzi in doppia pelle pieno fiore per proteggere il piede dagli urti e le micromolle in fibra di carbonio inserite nella suola per aumentare il balzo a canestro. Fino all’edizione numero ventinove: l’Air Jordan XX9. Presentata durante i tre giorni del Nike World Basketball Festival 2014, il primo in Europa, a un numero selezionato di giornalisti, tra cui Icon, direttamente dai designer Nike e da un super testimonial, Kyrie Irving:

Le nuove Air Jordan mi permettono di sentire il piede muoversi sul cemento, assecondano i movimenti come una calza e nello stesso tempo sento che mi stanno proteggendo la caviglia, sembra quasi che ti facciano saltare più in alto e poi ammortizzano l’impatto sul terreno. Sono le Jordan più leggere che abbiano mai progettato

Il merito è della tomaia progettata seguendo la tecnologia Tailored for Flight di Nike. Con una parte speciale, lavorata da maestri artigiani italiani. «È una tecnologia rivoluzionaria che diminuisce nettamente il peso della calzatura e si adatta al piede del giocatore. Come un abito su misura. Sono tre anni che lavoriamo a questa ventinovesima edizione. E il progetto è nato in collaborazione con un’azienda italiana, di Ancona, che seguendo gli studi dei nostri ingegneri hanno realizzato una tomaia che avvolge il piede senza costringerlo, permettendo di spingere la massimo la performance», spiega il designer mentre rigira tra le mani la sneaker con una tomaia in maglia, totalmente priva di cuciture.