Cappotti dai tagli sartoriali, maglieria dal tocco preppy, scarponcini in suede: dal cinema alle passerelle, sono tornati gli anni Ottanta

Dublino, 1985. 

Mentre la crisi economica riempie i traghetti che dall‘Irlanda sono diretti in Inghilterra, i genitori di Connor, stretti da un mutuo che non riescono più a pagare, decidono di trasferirlo in una scuola più economica. ll quindicenne si ritrova così tra bulli, neo-nazi e preti tirannici. A salvarlo, la passione per la musica e un fratello maggiore che gli fa da guru, e una band di amici con i quali suonare. 

Un romanzo di formazione che guarda agli anni ottanta più difficili, Sing Street arriva nei cinema il 9 Novembre. Diretto da John Carney, la sua forza è nel talento del gruppo di giovanissimi che compone il cast, e nella colonna sonora, che spazia dal pop leggero e ballabile di Duran Duran e Spandau Ballet al new-romantic dei Cure, quel perfetto mix di happy-sad che definisce una decade difficile da ridurre ad un solo aggettivo, fino ai Jam di Paul Weller.

Un film acclamato da pubblico e critica, e a cui ha guardato anche la moda, riproponendo quel che resta degli anni ottanta in una versione che registra le tendenze moderne, mixando gli eclettismi dell’epoca con una palette cromatica discreta, quasi rigorosa.

Un esempio? Gli occhiali modello aviator, come quelli di Barberini Eyewear: se le forme sono assertive, le lenti e la montatura in metallo si tingono di nuance neutrali, per spiccare nella folla senza esagerazioni.

Il cappotto è old-school: in tweed o lana, grigio come il fumo di Londra a cui Connor e soci aspirano, predilige un collo a scialle a quelli ben più appuntiti degli anni ottanta, come nel modello di Issey Miyake Men. La maglieria invece, ha un gusto preppy, i maglioni senza maniche da indossare con la camicia hanno micro-motivi geometrici e si abbinano al rigore di pantaloni classici, con piega centrale.

Infine gli accessori: colorati da toni sottobosco, burgundy su tutti, persino gli scarponcini in suede assumono un’aria raffinata. Gli zaini da liceali si trasformano in tracolle in pelle martellata, come quella di Bally, che, tolta la tracolla, torna ad assumere il suo ruolo formale da ventiquattrore morbida. Anni ottanta, senza nostalgia.