Tommy Lee Jones, con The Homesman torna il vero cowboy
Tommy Lee Jones - The Homesman (Credit: Festival Cannes)

Tommy Lee Jones, con The Homesman torna il vero cowboy

di Andrea D’Addio

Lo sguardo, lo stile, la pelle. Tutto di lui parla di western, ranch, sole, pietra. Un mondo che ormai gli appartiene

Tommy Lee Jones ha un viso da cowboy, una voce da cowboy e un desiderio, neanche troppo celato, di fare il cowboy. Se non nella realtà, di certo al cinema. Con quelle rughe degne di una roccia abbandonata nel bel mezzo del deserto del Nuovo Messico, lì dove il sole batte senza sosta e il vento erode e porta via ogni granello di pietra ormai troppo in superficie, è l’incarnazione contemporanea di grandi del calibro di John Wayne, Lee Van Cleef, Yul Brinner ed Eli Wallach. Come un campo lungo di John Ford, difficile trovare qualcosa di superficiale nel suo sguardo tutto sostanza e profondità.

Conosco molti cowboy ed in passato ho anche svolto qualche piccolo lavoro nei ranch con il bestiame. Sono persone che una volta che ti diventano amici lo sono per sempre, gente che mantiene la parola

Lee Jones ama il mondo dei ranch, dei bestiami e delle cavalcate e degli echi che si propagano a chilometri di distanza come se il resto del mondo possa essere fatto di sola pietra. È cresciuto in Texas e per lui “non c’è differenza tra cultura americana e ispanica, per me sono la stessa cosa”. Da regista Tommy ha girato solo due film, entrambi western. Il primo, del 2005, si intitolava Le tre sepolture e fu presentato al Festival di Cannes vincendo sia il premio per la miglior intrepretazione maschile (allo stesso Lee Jones) che quello per la sceneggiatura (di Guillermo Arriaga).

Il secondo sbarca nel 2014 sulla Croisette. Si intitola The Homeseman e racconta di una insegnante (interpretata da Hilary Swank) che si incarica di portare tre donne malate di mente dal Nebraska all’Iowa accompagnata da un misterioso disertore di guerra. La sceneggiatura è tratta dall’omonimo romanzo di Glendon Swarthout che, per atmosfere e ambientazione, molti critici hanno paragonato ai libri western di Cormac McCarthy colui che Lee Jones ha definito “il più grande scrittore americano vivente”. Difficile immaginare per The Homesman un successo commerciale pari a quello di grandi blockbuster, ma per Tommy Lee Jones questo non è un problema: “Sono arrivato ad un punto della mia vita in cui mi posso permettere di dedicarmi solo a progetti di cui posso andare fiero”. Per lui, ultimo cowboy, anche un film può diventare una sfida.