A Milano 100 scatti di Elliott Erwitt ripercorrono la storia del secolo trascorso

A Milano 100 scatti di Elliott Erwitt ripercorrono la storia del secolo trascorso

di Digital Team

Il fotografo americano ha selezionato nel suo archivio 100 fotografie per ripercorrere in bianco e nero e a colori un secolo visto con affetto e ironia

Sono 100, come dice pure il titolo, accuratamente scelte dallo stesso autore con la curatrice Biba Giacchetti, le fotografie che, fino al 16 ottobre 2022, al Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano costituiscono la grande retrospettiva dedicata a Elliott Erwitt (Parigi, 1928), uno dei più importanti autori del Novecento.  A rendere particolare (tra le varie peculiarità) la mostra, c’è, oltre alla presenza di inediti per Milano, anche il legame dell’ultranovantenne – tuttora attivissimo – fotografo con la città, dove visse ragazzino, fino alla partenza per New York, dove la famiglia (erano emigrati russi)  fuggì per le leggi razziali. Tutt’altro che semplice “sintetizzare” 60 anni almeno di attività e la miriade di soggetti cui Erwitt ha rivolto il suo obiettivo. Più facile dire cosa potrebbe non avere fotografato, ma forse neppure esiste.


USA. New York. 1954. American actress Marilyn MONROE

C’è tutto e tutti: i ritratti di celebri personaggi della politica, come JFK, Nixon con Kruscev nel 1959 a Mosca, Castro e il Che;  dello spettacolo, come Marilyn (colta in momenti privati e sul set «Era praticamente impossibile farle una brutta fotografia» dice Erwitt), ma anche dello sport (v. Muhammad Alì contro Joe Frazier e un giovane Arnold Schwarzenegger, super palestrato); poi i grandi fatti della storia, i bambini, i reportage di viaggio, perfino la sua famiglia. E poi ancora, i cani di tutti le taglie e razze: «Le foto dei cani», spiega il fotografo, «hanno una duplice chiave di lettura. Colti in determinate situazioni i cani sono semplicemente divertenti. Ma i cani possiedono anche qualità umane, e io sono convinto che le mie foto abbiano un fascino antropomorfico. Nella sostanza non hanno nulla a che vedere con i cani… insomma, nel mio intento riguardano essenzialmente la condizione umana. Ma gli altri possono vedervi quello che vogliono». A contraddistinguere la poetica di Erwitt in mezzo ai grandi fotografi del 900 e a quelli della Magnum (di cui è stato anche presidente) è il suo modo curioso, ironico, ma sempre affettuoso e quasi solidale, di guardare la realtà e raccontarla.

A rendere il tutto in certo modo “romantico” c’è poi in effetti una vena che gli fa preferire (e noi con lui) il sorriso al dramma, il sunny side of life alla tragedia. Tra i teneri scatti di innamorati e baci, eccezione che conferma è Jackie Kennedy col velo nero ai funerali del marito. Direte: ma queste foto le ho già viste. In effetti, è molto probabile che troverete tanti scatti che avete già incontrato nelle mostre di Erwitt che periodicamente transitano nei nostri musei: poco male direi, si rivedono sempre con piacere dato che la loro dose di ottimismo non li farà mai passare di moda. E poi c’è sempre qualcosa di nuovo e il gioco sta anche lì, nella scoperta. A proposito di scatti doppi: per chi è in vacanza sull’Adriatico c’è da vedere a Senigallia quella che a tutti gli effetti è una selezione della selezione milanese: si intitola Icons, è a Palazzetto Baviera, presenta 70 immagini ed è aperta nell’ambito del Summer Jamboree (l’estate anche musicale – e che musica! – di Senigallia, fino al 16 settembre.