Oltre al mare, sull’isola dell’Oceano Indiano c’è molto da fare e da vedere: seguire la strada del tè, visitare le fabbriche di zucchero, rum e vaniglia, lasciarsi incantare dalla vegetazione dei parchi, partecipare al festival creolo

Mauritius è conosciuta e amata soprattutto per il mare cristallino, le spiagge bianche, la calorosa ospitalità. Ma questa isola dell’Oceano Indiano, lunga solo 58 km e larga 47 km, offre molto di più: un mix di culture e tradizioni, panorami unici al mondo, parchi ricchi di animali e piante esotiche, santuari indù, esclusivi campi da golf e una gastronomia che fonde i sapori della cucina tradizionale creola con quelli della cucina francese, cinese, africana, indiana, giapponese.

Per tutte queste ragioni e per il calore trasmesso dai suoi abitanti, sempre sorridenti, Mauritius merita un viaggio. Circondata da una splendida barriera corallina (la terza più vasta al mondo) che crea una laguna di mare calmo, è un vero paradiso per subacquei e per chi ama lo snorkeling, la pesca d’altura, il kajak. Oltre a rilassarsi su una delle splendide spiagge dell’isola  conviene andare alla scoperta delle altre meraviglie di questa perla tropicale.

La regione settentrionale è rinomata per il suo mare incontaminato. In questa parte dell’isola si trovano le spiagge più conosciute: Troux aux Biches, Mont Choisy, Grand Baie e Pereybère. Paradisi di sabbia bianca dove è possibile vivere un’esperienza locale mauriziana sorseggiando una noce di cocco appena raccolta. Sulla baia Grand Baie merita una sosta Le Capitaine, un ristorante sul mare con cucina creola e internazionale. Tre almeno sono le tappe d’obbligo di questa zona: Cap Malheureux, con la sua caratteristica chiesetta dal tetto rosso divenuta simbolo di questo tratto di costa (all’interno osptita un’acquasantiera a forma di gigantesca conchiglia), il Giardino Botanico di Pamplemousses, il più antico e importante dell’emisfero australe con numerose piante autoctone e gigantesce ninfee, e L’aventure du sucre, ovvero un museo ricavato da una vecchia fabbrica di zucchero dove compiere un tour interattivo che attraverso un percorso fatto di macchinari, filmati, foto racconta  la grandissima importanza dello zucchero per lo sviluppo economico dell’isola.

Un’altra immersione nella storia e nella cultura di Mauritius si compie percorrendo la strada del tè (la Route du théche parte da Domaine des Aubineaux, una dimora coloniale del XIX secolo utilizzata oggi come distilleria di oli essenziali. Si prosegue per Bois Cheri, una piantagione di tè nata a fine Ottocento che oggi comprende circa 250 ettari dove, con un tour di un’ora circa, si possono seguire le vari fasi della lavorazione: la selezione delle foglie, la macerazione, l’essiccazione, il confezionamento, l’etichettatura e l’imballo. I macchinari, molto semplici, sono vecchi e (soprattutto) i passaggi finali richiedono ancora molto lavoro manuale. Un lavoro duro che le operaie svolgono sempre con il sorriso. Da provare, il tè aromatizzato alla vaniglia di cui Mauritius è produttrice. La via del tè si conclude con la visita al Domaine Saint Aubin dove, in una casa coloniale di inizio ‘800  convertita in ristorante, si gustano ottimi piatti tipici della cucina creola.

La perla della costa orientale, la più selvaggia, è la spiaggia di Belle Mare con una laguna di acque limpidissime. Gli hotel e resort sorti su questa costa sono immersi in giardini tropicali e dispongono di lunghe lingue di sabbia fine e bianca. Qui si trova il Long Beach un 5 stelle dal servizio impeccabile, molto attento al benessere del cliente. Alcune stanze hanno accesso diretto sulla spiaggia e i diversi ristoranti soddisfano tutti i palati. Di ottimo livello quello giapponese. A una manciata di chilometri di distanza un altro hotel merita il soggiorno: Salt of Palmar.  Il concept dell’hotel è molto particolare: un mix di colori vivaci con contaminazioni francesi, creole, indiane, cinesi e africane che trasmettono allegria e buonumore. Tutto qui è prodotto in loco e si punta con forza sull’ecosostenibilitá, a partire dalla cucina (tutti i prodotti provengono dalla loro farm) fino ai materiali utilizzati. Nelle 59 stanze non ci sono schermi tv né plastica e gli oggetti sono monouso (compresa la bottiglia dell’acqua in camera da riempire di volta in volta)

Anche la parte meridionale dell’isola è ricca di siti incantevoli e sorprendenti. Come Le terre dei 7 colori di Chamarel, spettacolari dune di sabbia che formano una tavolozza colorata (rosso, marrone, viola, verde, blu, porpora e giallo) che lascia senza fiato. Per raggiungerle si percorre una strada panoramica che affianca le spettacolari cascate di Chamarel, le più alte dell’isola, incastonate tra roccia e foresta tropicale. Immersa nel verde, a 300 metri di altitudine, si trova la Rhumerie de Chamarel, la distilleria di rum a base di canna da zucchero della tenuta. Il loro ristorante, l’Alchimiste  propone pietanze che meritano la sosta. Nelle vicinanze si trova anche il Parco Naturale Black River Gorges, il più grande dell’isola.

Il sud ovest ospita anche uno dei due siti dell’isola riconosciuti patrimoni mondiali dell’umanità dall’Unesco. Il monte Le Morne, divenuto simbolo della lotta alla schiavitù. Qui nel XIX un gruppo di schiavi fuggitivi si rifugiò sulla cima del monte a 556 m di altezza. Il nascondiglio funzionò fino a quando una spedizione di polizia non si avventurò sulla montagna per avvertire i fuggitivi che la schiavitù era ormai abolita: temendo invece di essere catturati, gli uomini si gettarono dalla montagna preferendo morire piuttosto che perdere la libertà.

L’altro sito dell’Unesco si trova nei pressi di Port Louis, la capitale di Mauritius. Si tratta del Magazzino dell’immigrazione (Aapravasi Ghat in hindi) che ricorda le migliaia di servi che giunsero dall’India dopo l’abolizione della schiavitù. L’Aapravasi Ghat era il punto in cui sbarcavano gli immigrati, che poi si stabilirono in modo permanente sull’isola.

Mauritius sta registrando un incremento di turisti italiani e sempre più spesso questa perla dell’Oceano Indiano viene scelta come location da sogno dove celebrare il matrimonio o come meta per la luna di miele. Difficile organizzare tutto a distanza? Assolutamente no. Sull’isola opera una coppia di italiani con una lunga esperienza nel settore turistico: Antonietta e Luca, titolari dell’agenzia Glamour Wedding. Con professionalità, totale disponibilità e simpatia organizzano cerimonie su misura – sulla spiaggia, in una villa sul mare o in uno dei lussuosi resort – per trasformare in realtà i sogni degli sposi. Glamour Wedding non si occupa solo di matrimoni e sposi: è un punto di riferimento per gli italiani che vogliono scoprire l’isola, la sua cultura, gli itinerari fuori dalle solite rotte.

Il modo migliore per immergersi nelle tradizioni culturali, musicali e gastronomiche dell’isola è partecipare al Festival Internasional Kreol, il festival della cultura creola che si tiene nel mese di novembre: una kermesse che prevede appuntamenti in tutta Mauritius con eventi,  sfilate di moda con creazioni di stilisti creoli e con performance della segà, il tradizionale ballo dell’isola, un’espressione artistica che unisce danza e musica, con strumenti e ritmi coinvolgenti. Questa danza è Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità Unesco.