Batman “rinasce” thriller e diventa più dark
Courtesy of Warner Bros

Batman “rinasce” thriller e diventa più dark

di Andrea Giordano

Esce in sala “The Batman”, il nuovo capitolo dell’eroe mascherato, firmato da Matt Reeves: ecco perché non dovete perderlo

I turbamenti del giovane Batman sono in fondo quelli di tutti noi.

Azione, reazione, domanda, risposta, richiamo della città, Gotham, indagine all’interno dei dilemmi, suoi e degli altri. Il nuovo ‘The Batman’ (in sala dal 3 marzo distribuito da Warner Bros), va preso così, senza fiato, ingurgitando le quasi tre ore di film, di potenza scenica, di suggestioni, che però ci portano in una dimensione (e visione) ulteriormente affascinante, coraggiosa, forse anche estrema per certi versi, in cui ritrovare un filo conduttore con il Joker pluripremiato di Todd Philips. Cupo e dark, più mascherato che a volto aperto: Bruce Wayne sembra sempre sul punto di non voler mostrare totalmente chi è, ma poi prova a riflettere sul passato-presente che lo circonda, sulla responsabilità del ruolo, e sul futuro. Più realistico che onirico, più sofferto che violento, più thriller d’autore e noir, che virato all’effetto d’intrattenimento puro: l’uomo-pipistrello cambia ancora pelle, ma sembra maggiormente maturo rispetto a prima, vela sfaccettature mai viste. Ci conduce (e porta) ad assaporare l’odore delle strade, del lerciume (anche) dei cadaveri, delle atmosfere intarsiate di luci e ombre torbide: combatte, protegge, affronta il malessere sociale e politico travolto dalle bugie, dalla corruzione, che innesca la protesta, la genialità del male, incarnata dal losco e inquietante personaggio de L’enigmista. Osserva, ma soprattutto si osserva.

Tutto dunque prende una forma ibrida, anche le suggestioni appaiono chiare e intriganti, a partire dal cinema di David Fincher (Seven su tutti, e un po’ Zodiac), alla saga horror-sadica di Saw, tanto da porci interrogativi riguardo a dove l’asticella narrativa sembra voler andare. In evoluzione sì, virata al crossmediale e alla contemporaneità.

Operazione Matt Reeves

Matt Reeves, regista, sceneggiatore e produttore, mette di fatto in piedi un’operazione concreta, lineare, senza emulare. Eredita in un solo momento infatti non solo le atmosfere graphic create da Bob Kane e Bill Finger nel 1939, ma anche i precedenti film, partendo dai primi lavori di Tim Burton, e a seguire, quelli degni di nota assoluta, la trilogia de Il cavaliere oscuro diretta da Christopher Nolan. Cosa fa la differenza allora? Una propria identità e umanità, misteriosa, ma coerente, da scommessa vera.

Pone le basi e l’accento verso il rinnovamento del personaggio (chissà se arriverà un sequel, vedremo) e gioca. The Batman si presenta dichiarandosi Vendetta, ma in fondo, come si vede, non la cerca mai, aspira semmai a incarnare altro, sottolineando, quasi sussurrando, che “la vendetta non cambia il passato”. Medita (filosoficamente) sul suo reale io, “credono che io mi nasconda nell’ombra, ma io sono l’ombra”, dice all’inizio nella notte di Halloween, come fosse il Brandon Lee de Il Corvo. Paladino e giustiziere, a cui tutti guardano (e cercano), ma che fa fatica ad accettarsi: potrebbe scomparire, e il film reggerebbe grazie ai tanti protagonisti borderline e vincenti. Ecco la forza.

Cast da incorniciare

Partiamo proprio da Robert Pattinson, giunto ad una ennesima svolta da attore, la più rock, visto che quando compare (in alcuni momenti) aleggia pure la bellissima ‘Something In The Ways‘ dei Nirvana con l’immagine di Kurt Cobain che sembra in effetti, a tratti, dominarne le sembianze. Insicuro quanto basta, tormentato e introspettivo: indaga su di sé, ma non teme di mostrare la propria fragilità e rabbia, cerca (s)conforto in ricordi sbiaditi e nell’unico volto fidato, il maggiordomo (riduttivo chiamarlo così) Alfred Pennyworth (Andy Serkis), masticando dubbi e dolori. A pensare che quando ne fu annunciato l’ingresso nell’universo Dc Comics, molti storpiarono il naso riguardo a lui, considerato non adatto, poco credibile, mentre invece ora sorprende e rivela, meglio degli ex Clooney, Val Kilmer, Ben Affleck, vicino a Christian Bale, l’impronta sul personaggio. Ma intorno ruotano e si interfacciano altri volti. A partire da Paul Dano, straordinario nel ruolo dell’Enigmista, l’antagonista malato, degli indovinelli e delitti macabri, che fa però pulizia a suo mondo nei confronti di chi ha tradito la fiducia nel popolo, mettendo in atto la propria vendetta uccidendo nell’ordine il sindaco uscente di una Gotham City iper gotica, il capo della polizia, il procuratore. Inquietante, quanto il compianto Heath Ledger. Hanno mentito, loro quindi vanno puniti. La criminalità, il disagio morale, visto allora da entrambe le medaglie, dilaga e squote. C’è poi Zoe Kravitz, splendida e inedita Catwoman, un Colin Farrell irriconoscibile nei panni del Pinguino, un gangster che (non) ti aspetteresti, Carmine Falcone, interpretato da John Turturro, e pure quel Joker, di cui sentiamo la voce, rinchiuso nel manicomio di Arkham.

“No Lies”, No Bugie, la verità scomoda è servita. Così il nuovo Batman è pronto a sbattercela in faccia.