La più grande esposizione dedicata all’artista milanese

Pensare lo spazio. Racchiuderlo in un quadro che occupi spazio. Che lo trasformi, che lo manipoli e lo distorga. Magari con strane, sinuose flessioni verso l’osservatore. Come fossero proposte di dialogo, o di incontro. Ovvero, rendere il quadro una scultura. E poi, le sculture, a loro volta, renderle idagini sullo spazio e non concetti conclusi immessi nello spazio.

Il lavoro di Agostino Bonalumi si muove in questo universo, un paradigma artistico che ha condiviso agli esordi della sua carriera con Enrico Castellani e Piero Manzoni, sulla scia del maestro Lucio Fontana. E ora è in mostra per la più grande antologica a lui dedicata. Bonalumi 1958-2013 è un percorso cronologico, fatto di circa 120 opere. Incluse tre installazioni: Blu abitabile, un’opera di pittura-ambiente, realizzata per la mostra “Lo Spazio dell’Immagine” di Foligno nel 1967; Struttura modulare bianca  presentata per la prima volta nella sala personale alla XXXV Biennale d’Arte di Venezia del 1970; la parete di grande superficie, esposta nel 2003 all’Institut Mathildenhöhe, Darmstadt, in Germania.

Il Museo del Novecento di Milano, sempre dal 16 luglio al 30 settembre 2018, dedica a Bonalumi un focus dal titolo Agostino Bonalumi. Spazio, ambiente, progetto, suun aspetto meno conosciuto della sua ricerca, quello che tra il 1967 e la fine degli gli anni Settanta lo condusse a pensare, progettare e creare opere ambientali, di dimensioni spesso notevoli. Una serie di otto opere su carta, realizzate appena a ridosso di quelle ambientali, rivela l’accuratezza e la precisione di un pensiero costante sullo spazio.

Doppio appuntamento, da non perdere. A Milano, Palazzo Reale e Museo del Novecento, fino al 30 settembre