Il Biografilm Festival di Bologna, giunto alla sedicesima edizione, torna a essere protagonista (online) dal 5 al 15 giugno.
Storie, film, documentari, anteprime mondiali, incontri virtuali, e qualche chicca da non perdere, tra cui due ritratti inediti dedicati a Stanley Kubrick e Margaret Atwood.

L’evento del mese, seppur online (dal 5 al 15 giugno), ce lo regala la sedicesima edizione del Biografilm Festival di Bologna, meta e ritrovo, eccellenza nella ricerca delle migliori produzioni, pellicole, documentari, opere prime, anteprime italiane e mondiali, incentrate su storie e ritratti. 

Quattro le sezioni – Concorso internazionale, Biografilm Italia, Contemporary Lives, Biografilm Art & Music – divise in sale virtuali a cui accedere prenotando il proprio posto (sul sitowww.mymovies.it). Ma non solo: il programma prevede anche incontri, Director Notes e Masters (tra cui quelli con Mika Kaurismäki, Rithy Panh e Jørgen Leth, scrittore, poeta, performer e documentarista).

Un atlante geografico ed emotivo, in cui i temi, rincorrendosi, riescono a intrecciare poli opposti. Si va dalle saghe famigliari in Walchensee Forever di Janna Ji Wonders fino alle tradizioni millenarie, messe a dura prova dalla tecnologia, in un monastero immerso nel Buthan in Sing Me a Song di Thomas Balmès, passando per l’avanzata di migliaia di cinesi Hui per lavorare nei ristoranti di noodles di tutta la nazione in Noodle Kid. Ci sono poi gli orrori dell’Olocausto, il mondo queer, le donne impegnate nella battaglia di giustizia sociale in una chiesa afroamericana a Philadelphia, l’Iran e le relazioni extraconiugali ma anche l’anoressia, esorcizzata attraverso arte e fotografia in Self Portrait, dedicato a Lene Marie Fossen, scomparsa l’anno scorso a soli 33 anni. Terre di mezzo, ma piene di confronti e spunti.

Ecco allora alcuni titoli da non perdere.

Kubrick by Kubrick di Gregory Monro. La voce del Maestro, nell’anno in cui Shining compie 40 anni, riecheggia in un lavoro inedito e impreziosito da rare interviste (concesse dalla famiglia e dagli archivi) che si sono succedute nel corso di 30 anni tra lui e Michel Ciment, critico cinematografico ed esperto dell’universo “kubrikiano”.

#Unfit – The Psychology of Donald J. Trump di Dan Partland. È possibile analizzare il comportamento della psiche, della condizione e (in)stabilità di Donald Trump? Per la prima volta, esperti professionisti sulla salute mentale condividono le proprie osservazioni davanti alla telecamera, spinti dall’etica e dal dovere di informare e avvertire il pubblico di possibili pericoli imminenti.

Margaret Atwood: A Word after a Word after a Word is Power” di Peter Raymont e Nancy Lang. I retroscena di una delle poetesse e scrittrici più apprezzate, seguita da vicino, insieme al suo compagno, Graeme Gibson, divisa tra impegni, conferenze, relax famigliari e visite sul set di The Handmaid’s Tale, che diventano lo spunto per tracciarne un ritratto a 360°.

My Rembrandt di Oeke Hoogendijk. L’anno scorso si sono celebrati i 350 anni dalla scomparsa, ma a suggellarne il mito arriva ora un thriller d’arte, capace di entrare all’interno del mondo esclusivo dei collezionisti delle opere del grande pittore olandese.

Faith di Valentina Pedicini. In un monastero isolato tra le colline italiane, un maestro di kung fu e la comunità di monaci cristiani guerrieri, ex campioni di arti marziali, da vent’anni si preparano a una guerra più “alta”, tra preghiere notturne e allenamenti massacranti. Un viaggio poetico, alla scoperta di un ambiente sconosciuto e fatto di scelte.

This Train I Ride di Arno Bitschy. Il paesaggio come sfida, i treni merci come luoghi di osservazione. Tre protagoniste, e il loro viaggio per gli Stati Uniti, segnano l’occasione di ritrovare maggior consapevolezza, libertà, desiderio di vivere, e forse ribellarsi a una società troppo maschilista.

In a Future April (In un Futuro Aprile) di Francesco Costabile e Federico Savonitto. Un viaggio alla scoperta degli anni giovanili di Pier Paolo Pasolini, attraverso la voce di suo cugino, lo scrittore e poeta Nico Naldini, scandendo gli anni di formazione, a Casarsa, in Friuli, nel paese di sua madre.

West of Babylonia di Emanuele Mengotti. Nel deserto californiano esiste una località, chiamata Slab City, una Babylonia composta da camper, roulotte, giovani, anziani, hippie, fuorilegge e artisti, accampati in tende ed edifici costruiti ai confini con una base militare dove vengono testati ordigni esplosivi. La regola, per tutti, è non averle.

Fat front di Louise Unmack Kjeldsen e Louise Detlefsen. Quattro giovani donne scandinave non tollerano più l’odio e le critiche sul proprio corpo. Esigono rispetto e l’accettazione da parte di una società ossessionata con la dieta, in cui è difficile sentirsi accettati.