Marc Benioff: la nuova San Francisco e il mondo del futuro
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Marc Benioff: la nuova San Francisco e il mondo del futuro

di Alessandra Mattanza

Continua la serie “San Francisco Tales” con un racconto della nuova San Francisco high tech: a incarnarla è Marc Benioff, fondatore della società di computing Salesforce.com.

Pare che l’idea per la sua azienda gli sia venuta nuotando con i delfini, mentre era alle Hawaii per un anno sabbatico… Marc Benioff rispecchia il volto della nuova Francisco, in una miscela vincente di presente e futuro, ma anche passato. E’ il più progressista dei leader high tech. E  Marc, a differenza di tanti altri guru della Silicon Valley, è nato, il 25 settembre 1964, e cresciuto a San Francisco. E’ molto fiero della sua città, al punto che quando la sua Salesforce.com, – società di cloud computing aziendale di cui è fondatore e presidente – stava espandendosi, invece di spostarsi in un campus fuori città ha deciso di costruire nel 2018 un grattacielo nel cuore di SoMA, a Downtown, presso il SF MoMA, rivitalizzando l’intero quartiere. Adesso la zona brulica di nuovi ristoranti e locali alla moda, ed è diventata anche la più popolare per uscire la sera. Inoltre Marc è impegnato filantropicamente per supportare ospedali, homeless, scuole pubbliche, ambiente e tante altre iniziative benefiche a San Francisco e nella Bay Area. Il grattacielo di Salesforce è il più alto di tutto lo skyline della città al momento, e si sviluppa in un complesso di vetro e acciaio, ma anche di giardini e installazioni artistiche, vantando uno show artistico multimediale ogni sera sulla sua cima.

Di solito in autunno la mega-conferenza Dreamforce cambia il volto della cittá, mettendo in risalto quello della nuova San Francisco come capitale mondiale dell’high tech. Downtown si trasforma in una sorta di “parco tecnologico dei divertimenti”, con il Moscone Center come quartiere generale e con eventi, feste, incontri. Si crea perfino un villaggio interattivo con prati di erba verde, panchine e palchi da cui si suona tutto il giorno musica dal vivo. Molte celebrity e politici – tra cui Barack Obama, Marco Bizzarri, l’amministratore delegato di Gucci – partecipano a discussioni, spesso con lo stesso Benioff, e si fanno addirittura sedute di meditazione, come quella, sempre dello scorso anno, dove si imparava a sentire l’anima con Deepak Chopra ed Emilia Clarke, una delle star della serie Il Trono di Spade. Allo stesso tempo per tutta la durata della manifestazione a San Francisco domina una movida high tech, con partecipanti da tutto il mondo, che invade ristoranti e locali… I prezzi di Uber e Lift vanno alle stelle, e bisogna prenotare un anno prima le camere degli alberghi.

Nel 2020 Dreamforce ha dovuto reinventarsi in maniera digitale, con Marc Benioff, in diretta digitale e con social distance dai partecipanti, dai giardini multimediali e interattivi del Salesforce Park, trasformati in un Winter Wonderland con tanto di immagini di Santa Claus, nella sua San Francisco, illuminata dal sole e da un cielo azzurrissimo. All’apertura a dicembre tra le celebrity ci sono stati James Corden, Lenny Kravitz e, in concerto internet, una leggenda locale: i Metallica. E, sono state annunciate diverse novità per San Francisco, ma anche per tutto il nuovo mondo in cui ci ha costretto la pandemia. Tra queste Salesforce ha acquisito, per 27,7 bilioni di dollari, Slack, i cui uffici del quartier generale già si trovavano molto vicini. Slack e Salesforce Customer 360 insieme permetteranno di lavorare sempre più in homeworking per un sempre più “Work-from-Anywhere World”, un pianeta dove si possa lavorare non solo a casa propria, ma dove si voglia. Questa combinazione vincente creerà il sistema operativo per il nuovo modo di lavorare, consentendo alle aziende di crescere e avere successo in un mondo completamente digitale. Salesforce Einstein, rappresentato da un simpatico personaggio comics che è presente insieme ad altri in questo universo e ricorda ancora la spirito creativo e giocoso della città, è una tecnologia di intelligenza artificiale sviluppata per la Customer Success Platform. Ora con Einstein Automate ogni organizzazione, in ogni settore, in tutto il mondo può seguire il flusso del cambiamento: esplorare le soluzioni predefinite per creare flussi di lavoro automatizzati. “Fare del bene e fare del bene insieme è ciò che guida la nostra cultura. Che si tratti di innovazione, filantropia o cultura. Siamo trailblazers, siamo pionieri insieme” ha sottolineato Marc. E, per il 2020, Dreamforce non è durato solo di una settimana, ma tutto il mese.

Marc Benioff a San Francisco è amato dalla maggior parte della gente, perché, oltre a essere un locale, è allo stesso tempo un uomo self-made, dalle umili origini, un esempio vivente del sogno americano. “Ho appreso la mia etica professionale e imprenditoriale da mio padre” non si stanca mai di sottolineare, mentre ricorda anche come suo nonno, Marvin Lewis, un avvocato per i diritti civili, non dimenticasse mai di donare denaro agli homeless che incontrava per strada. “Lasciava spesso una banconota da 20 dollari nelle loro mani, che era molto per quel periodo… Mi faceva presente quanto io fossi fortunato rispetto a loro e dovessi sviluppare un senso per la comunità che mi circondava…” rammenta anche spesso. Suo nonno, proprio come lui, era già un visionario. Ebbe l’idea rivoluzionaria di costruire la linea di trasporto metropolitano Bay Area Rapit Transit, il principio della stessa BART che si prende ancora adesso. Per allora, fu davvero un pioniere.

Marc proviene da una famiglia di immigrati di Kiev che approdò negli Stati Uniti in cerca di una vita migliore. Erano nel commercio di pellicce in principio. Suo padre Russell che aveva un business nell’abbigliamento, un negozio, aveva un’etica incredibile per il lavoro. Sua madre, Joelle, lo supportò da subito, quando si rese conto che aveva un talento speciale… Non a caso, Marc, fin da ragazzo, amava chiudersi in camera o in cantina per sviluppare giochi al computer. Ebbe il suo primo lavoro in un negozio di gioielli per risparmiare per cercare di acquistare il suo primo computer, ma fu licenziato per aver pulito il pavimento con il sapone sbagliato… Ma, Marc, giá alla high school, fu in grado di create la sua prima app, il software How To Juggle per un modello di computer TRS-80 e la vendette a una rivista di computer per 75 dollari. A soli quindici anni fondò Liberty Software, la sua prima azienda che faceva giochi per il computer Atari 800. Un anno dopo era giá in grado di guadagnare 1.500 dollari al mese, abbastanza per pagarsi la retta all’University of Southern California (USC), dove si laureò in Business Administration nel 1986.

Il suo mentore fu Steve Jobs. “Con lui scoprii come fosse possibile per un imprenditore incoraggiare idee rivoluzionarie” ricorda. Ben presto, grazie anche a un professore della USC, Marc si rese conto che aveva il fiuto per il business. In principio prese un lavoro nella compagnia Oracle e, a soli 23 anni, fu nominato loro “Rookie of the Year”. A 25 anni, grazie al suo stipendio lì, divenne già milionario. L’anno successivo fu promosso a vice presidente, il più giovane che fosse mai esistito nella storia di quell’azienda.

Il suo talento fu notato dal fondatore di Oracle, il playboy Larry Ellison, che divenne suo amico e mentore. Si disse che i due veleggiassero insieme per il Mediterraneo, sullo yacht di Ellison, passarono molto tempo insieme e si divertirono andando a feste ed eventi… Ma Marc, dopo un po’, si rese conto di essere alla ricerca di qualcosa di nuovo. Quindi, con il beneplacito dell’amico, prese un anno sabbattico per girare il mondo e… riflettere. Gran parte del tempo lo trascorse alle Hawaii, dove ora possiede una vasta proprietà, per studiare meditazione… Approfondì poi questa disciplina con il guru hindu Mata Amritanandamyi in India, ma fu durante il periodo alle Hawaii che Marc maturò sempre più l’idea di Salesforce. E, cominciò a lavorarci con alcuni veterani di Oracle. La sua idea di base, che alla fine degli anni Novanta era rivoluzionaria, era: se la maggior parte delle aziende, Oracle compresa, vendevano software aziendali che le aziende dovevano installare sui propri server, lui avrebbe consentito alle persone di accedere alle app aziendali dal browser web.

In principio Benioff, che fondò Salesforce nel 1999, fu supportato da Ellison che gli diede fondi per 2 milioni di dollari di tasca propria, per farlo cominciare e sedette nel suo consiglio di amministrazione. Col tempo, però, il rapporto tra i due si incrinò… Quando Benioff scoprì che Oracle stava lavorando a creare un prodotto direttamente in competizione con Salesforce. Se Benioff cercò di convincere Ellison a dimettersi, quest’ultimo lo obbligò a licenziarlo e così riuscì a mantenere le sue azioni in Salesforce. La rivalità si sviluppò a una competizione epocale per diverso tempo… Culminò, tra i vari eventi, addirittura in una pubblicità del 2001 in cui si vedeva il jet Salesforce che abbatteva il biplano Oracle, al motto “THE END OF THE SOFTWARE”. Nel frattempo Marc si aggirava per la sua compagnia su un Segway con lo stesso brand.

Marc, alla fine, ha avuto ragione nella sua visione innovativa. Sotto la sua leadership Salesforce è passata da un rivale di Oracle a un colosso del computing. Dal 2018 Marc, insieme a sua moglie Lynne, è anche proprietario di Time magazine ed è un autore di bestseller (il suo ultimo libro è Trailbazer: The Power of Business as the Greates Platform for Change). Marc è anche un grande sostenitore della filantropia aziendale: sotto la sua guida, Salesforce ha inventato il modello “1-1-1”. Ciò significa che l’azienda offre l’1% del tempo dei dipendenti come ore di volontariato, l’1% dei suoi profitti e l’1% delle sue risorse a cause caritatevoli. I principi della sua compagnia ricordano anche quelli di San Francisco stessa: “Sono quattro i valori fondamentali a Salesforce: innovazione, uguaglianza, fiducia, successo dei clienti”.

Marc continua a credere e a praticare la meditazione, secondo un principio locale molto new age e zen, ma anche grazie a un insegnamento del noto monaco buddista Thich Nhat Hanh: “Fa sparire l’ansia, per lasciar prendere il sopravvento a un senso di infinità senza tempo, permettendo a qualità come la gentilezza, l’empatia e la compassione di emergere”.