Dave Franco: “La mia prima volta dietro la macchina da presa”

Dave Franco: “La mia prima volta dietro la macchina da presa”

Con l’horror The Rental Dave Franco esordisce dietro la macchina da presa: un film piccolo, compatto, che trova velocemente un suo equilibrio, che gioca con l’atmosfera, con gli ambienti, che fa della semplicità la sua più grande forza.

Ph.Cameron Mccool
di Gianmaria Tammaro

«Ad ispirarmi non è stata unicamente la mia paranoia per l’home sharing. Ho considerato anche il momento che stanno attraversando gli Stati Uniti: siamo divisi, isolati, e nessuno si fida di nessuno». Nella voce di Dave Franco – classe ’85, attore e regista, fratello di James – risuona un’incertezza leggera, gorgogliante, che riesce a renderlo ancora più simpatico e affabile. Prende tempo prima di rispondere. Lo senti mentre cerca la parola giusta da dire, mentre prova a rintracciare un pensiero preciso nella memoria e mentre mette in ordine i ricordi. In agguato, pronta a risuonare, c’è una risata: breve, se serve per tenere insieme due o più frasi; più lunga e sentita, invece, se arriva alla fine. «Ho sempre voluto dirigere un film», dice. «Ho scritto la sceneggiatura di The Rental (dal 10 marzo su Amazon Prime Video) con un amico, Joe Swanberg. E quando l’abbiamo finita mi sono accorto di conoscere la storia e i personaggi a fondo, intimamente. E tutta l’ansia che provavo è stata immediatamente sostituita dall’eccitazione». The Rental è un horror: un film piccolo, compatto, che trova velocemente un suo equilibrio, che gioca con l’atmosfera, con gli ambienti, che fa della semplicità la sua più grande forza: si avverte una tensione costante, palpabile. «Come spettatore, adoro vedere film come questo. Perché riescono ad appassionarti, se fatti bene; riescono a catturare la tua attenzione, e a non farti pensare ad altro. Con un horror, in un certo senso, hai più libertà. E con un horror come The Rental, ambientato in poche location, essenziale, puoi dare libero sfogo alla tua creatività. E poi gli horror ti permettono di confrontarti con scenari ed emozioni piuttosto estreme: come regista, ti danno la possibilità di prendere qualunque tipo di decisione».

Ph.Cameron Mccool
Dave Franco indossa camicia, jeans e cintura
Saint Laurent by Anthony
Vaccarello

Uno dei pochi aspetti positivi del 2020, spiega Franco, è stata la visibilità che i film indipendenti hanno avuto. «Le persone avevano bisogno di nuove cose da vedere, e i distributori hanno finito per puntare su questi titoli».Ma perché dirigere proprio un horror come opera prima? «Perché gli horror sono sempre riusciti a fotografare la realtà della nostra società. Non si tratta solo di terrorizzare il pubblico; in qualche modo, anche superficialmente, gli horror pongono dei quesiti importanti, su cui dobbiamo riflettere. Come regista, ho imparato molte cose. In particolare, ho potuto guardare il lavoro degli attori da un’altra prospettiva. E l’ho compreso più a fondo». In che modo? «Gli attori sono persone che si mettono a completa disposizione del regista; si mettono a nudo, ritrovandosi in un momento di estrema fragilità. Si fidano, e bisogna rispettare questa fiducia. Dirigere ti trasforma in una persona più attenta, più precisa, decisamente puntuale e sicuramente più collaborativa. Devi imparare a fare compromessi, quando giri un film. E devi sapere quando non cedere».
Il cinema, confessa Franco, è sempre stato il suo grande sogno. «Da piccolo, ero molto timido. Non avevo nessuna intenzione di esibirmi. Quando mi sono trasferito a Los Angeles, il manager di mio fratello mi ha praticamente costretto a partecipare a un corso di recitazione. Ricordo ancora quel giorno: e ricordo le persone sul palco, mentre si esibivano e si impegnavano al massimo. Ricordo di aver pensato: non fa per me. Ma ho sempre amato il cinema, e nella recitazione ho visto una strada per arrivare al cuore dell’industria. Per molto tempo, non sono riuscito ad abituarmi all’idea di dover andare in scena. Ogni volta ero estremamente teso. Prima di un provino, ero sempre spaventato. Dopo un po’, però, ho capito di dover cambiare approccio: mi stavo facendo del male, mi stavo letteralmente torturando».

Ph.Cameron Mccool
Dave Franco indossa maglia,pantaloni e cintura Giorgio Armani

Oggi, continua Franco, «si parla molto del futuro del cinema. Le piattaforme streaming offrono sicuramente un’occasione a tanti filmmaker, soprattutto ai più giovani. Ma la sala, per me, resta il luogo migliore dove vedere un film. C’è ancora speranza. Gli spettatori non vedono l’ora di poter tornare insieme, al buio, in una sala, a condividere emozioni. E la prima cosa a cui penso, quando lavoro, è proprio questa: riuscire a coinvolgere le persone, a stupirle, a restituire qualcosa». La trama di The Rental è piuttosto semplice: due coppie vanno in vacanza insieme e, quando meno se lo aspettano, succede qualcosa. «È una storia che abbiamo sentito innumerevoli volte, lo so. Io ho provato a cambiare la forma, ad aggiungere qualcosa, a variare, anche di poco, il tema. Un buon film, può fare la differenza».
Quando pensa alla sua carriera, Dave pensa «alla mia fortuna, alla possibilità di poter lavorare con i miei amici e la mia famiglia». In The Rental recita anche Alison Brie, sua moglie. «È stato incredibile poterla osservare da un altro punto di vista, come regista. Mi sono innamorato di lei ancora una volta».

Photo: Cameron Mccool

Styling: Fabio immediato

Grooming: Sonia Lee @Exclusive Artists using R+Co. 

The car is courtesy of Nationwide Classics.