Dalle Bahamas al Brasile, dalla Giamaica alle colline toscane. Ecco un viaggio nei luoghi mozzafiato dove sono state scattate le immagini che hanno fatto la storia di The Cal.

Certo, il merito va al fotografo. Quel punto di vista inaspettato, quell’attimo che solo un grande artista riesce a catturare, quell’interpretazione così sensibile della bellezza femminile. Peter Lindbergh e Richard Avedon, Herb Ritts e Bruce Weber, fino a Helmut Newton e, per il Calendario Pirelli 2015, Steven Meisel. Loro hanno prestato il loro obiettivo, mentre modelle come Isabeli Fontana, Letizia Casta, Bianca Balti e decine di altri nomi hanno messo in mostra colpi scultorei.

Ma il successo di The Cal, che l’anno scorso ha soffiato sulle cinquanta candeline, non è solo questo. Ci sono le favolose location che fanno da sfondo agli scatti. Luoghi suggestivi che amplificano la dimensione del sogno trasmessa dalle immagini e che spesso diventano oggetti del desiderio quasi quanto le top model.
Così, come modelle e fotografi vengono sempre selezionati con estrema attenzione, anche la scelta della località in cui ambientare il calendario viene fatta ogni anno con grande cura, grazie anche al budget milionario che permette di allestire i set fotografici in paesaggi esotici ed esclusivi. Luoghi spettacolari che possono offrire spunti per un viaggio, con la certezza di andare a colpo sicuro, vista l’accuratezza con cui sono stati selezionati. Questi i sei più spettacolari.

Colline del Chianti, Toscana. Decantata da poeti e artisti. E sfondo di film e scatti fotografici tra cui quello di Helmut Newton nel 1986 e recuperati poi per il Calendario Pirelli del 2014, quello del cinquantesimo anniversario. Le modelle camminano a piedi nudi tra le vigne, si dondolano su altalene appese agli alberi, circondate dalle strade bianche che portano al Podere Terreno, sede degli shooting e perfetta location per ricreare quell’atmosfera contadina voluta dal grande fotografo.

Big Sur, California. La bellezza naturale di questo luogo sulla costa centrale della California fa da sfondo agli scatti di Harry Peccinotti nel 1969. In quegli anni la California è di moda e il mito californiano è alimentato dalle musiche dei Mamas and Papas e dei Beach Boys. Tutti in Europa sognano quelle spiagge popolate, si dice, da splendide ragazze in bikini succinti e muscolosi surfisti. Peccinotti arriva in California (alloggiava a Los Angeles nella stupenda villa di Bel Air appartenuta a Tyrone Power) senza modelle, con l’obiettivo di riprendere le ragazze “normali” mentre passeggiano in riva al mare o mentre prendono il sole. 

A rendere Big Sur un’attrazione è il paesaggio davvero particolare: 150 km di costa con i monti Santa Lucia a picco sull’Oceano Pacifico. Big Sur, sede di una serie di concerti annuali tra il 1964 e il 1971, in quel 1969 ospitò grandi nomi come Crosby, Stills, Nash and Young, Joan Baez, Joni Mitchell. L’evento si svolse un mese dopo il più famoso Woodstock e divenne un film, Celebration at Big Sur.

Paradise Island, Bahamas. Sono due le annate ambientate in questo angolo di paradiso: nel 1970 con  Francis Giacobetti dietro la macchina fotografica, e nel 1994, quando Herb Ritts immortala Kate Moss, Cindy Crawford, Helena Christensen e Karen Alexander, protagoniste per la prima volta di The Cal.

Questo paradiso delle Bahamas ha spesso attirato l’attenzione di registi e scenografi in cerca di angoli suggestivi dove ambientare le loro pellicole. Paradise Island fa da set al film dei Beatles Help! (1965) e qui sono state girate molte scene di tre film della saga di James Bond: Dr No (1962), Thunderball (1965) e Casino Royale (2006). E gran parte di After the Sunset (2004), con Pierce Brosnan e Salma Hayek, è ambientato sull’isola. Oggi Paradise Island è una meta d’élite: oltre alle splendide spiagge ospita campi da golf immersi nella lussureggiante vegetazione mentre la vita notturna è vivace e ricca di alternative che comprendono casino e sale da gioco.

Giamaica. A scattare è ancora il fotografo Francis Giacobetti che ambienta le immagini di The Cal 1971 al tramonto e con le modelle in controluce. Quelle spiagge, quella sabbia e quel mare risaltano comunque con prepotenza e fanno sognare. E’ l’art director Derek Forsyth a credere fortemente nell’ambientazione in paesaggi esotici e fiabeschi come elemento vincente: il Calendario deve soddisfare il desiderio di fuggire dalla realtà e deve regalare la sensazione di evasione e di vacanza. Quindi sole, spiagge bianche, mare cristallino e naturalmente ragazze fantastiche e disinibite che tutti vorrebbero incontrare. E la Giamaica, perla dei Caraibi, ha tutti i requisiti per permettere a Giacobetti di creare immagini che esaltano la bellezza della natura e l’erotismo dlle modelle.

Delta dell’Okavango, Botswana. La selvaggia Africa è protagonista degli scatti di Peter Beard nel Calendario 2009. Beard ha vissuto in Kenya per molti anni, conosce bene il Continente Nero, sa che quelle zone in Botswana sono rimaste selvagge e incontaminate e vuole che la natura sia protagonista. Così mette le sue modelle a stretto contatto con gli animali, elefanti soprattutto, mentre gli scorci del paesaggio circostante offrono immagini mozzafiato. La location principale è il delta del fiume Okavango, un’oasi acquatica unica al mondo, ma alcune foto vengono scattate anche nel vicino immenso deserto del Kalahari, il quarto in assoluto per estensione. Beard tiene molto all’ambiente e riempie il calendario di osservazioni e citazioni sull’impoverimento delle risorse naturali, sui cambiamenti climatici e sui rischi del sovrappopolamento. E per la realizzazione del Calendario chiede che vengano adottati accorgimenti per contenere l’impatto ambientale. 

Rio de Janeiro, Brasile. Tre grandi fotografi hanno ambientato i loro scatti a Rio: Patrick Demarchelier nel 2005, Terry Richardson nel 2010 e Steve McCurry, uno dei più famosi fotoreporter mondiali, nel 2013. McCurry ha saputo mixare la bellezza delle modelle con l’autenticità della gente del posto. Con l’obiettivo di raccontare la trasformazione sociale ed economica del Brasile avvenuta in questi anni il fotografo ha portato le modelle nelle strade e in mezzo alle favelas mettendo sullo sfondo la vera Rio, con i suoi paesaggi, i quartieri storici come Lapa e Santa Teresa,  i bar, i nightclub, le scuole di danza, i mercati rionali, le palestre, le scuole e le stazioni. La città è vista attraverso i suoi luoghi più autentici e lontana dagli stereotipi abituali.

Ho camminato a lungo per le strade, cercando di catturare attimi di vita quotidiana e facendo un gran numero di scatti. Sono alla ricerca del momento di passaggio, quello in cui l’immagine rileva una tensione”, ha detto McCurry, che considera il Calendario 2013 “il mio personale tributo alle persone che vivono in una delle città più stimolanti che io abbia mai avuto il privilego di fotografare”.