Ewan McGregor, 50 anni di adrenalina
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Ewan McGregor, 50 anni di adrenalina

di Andrea Giordano

Ewan McGregor, l’attore scozzese di “Trainspotting” e “Big Fish”, compie 50 anni, lanciandosi tra poco nella nuova sfida seriale, Obi-Wan Kenobi. Una vita straordinaria, passata tra cinema, tv e passione per le moto.

Se avesse scelto di fare solo il biker, invece che l’attore, probabilmente, visto la sua passione smodata per le due ruote, ne siamo certi, avrebbe accettato subito. Ewan McGregor, il grande attore scozzese, nato a Perth, compie oggi 50 anni, mezzo secolo di vita dunque per uno degli attori più versatili e richiesti del panorama cinematografico. Oltre 25 di carriera, divisi anche fra teatro e televisione, scanditi fin dall’inizio da una collaborazione cruciale per lui, quella con Danny Boyle, che nel 1994 lo vuole da protagonista in Piccoli omicidi fra amici, thriller noir ambientato a Edimburgo. La città – simbolo di una generazione, che due anni dopo lo proietterà in uno dei cult assoluti degli anni ‘90 , Trainspotting, sempre diretto dallo stesso regista, tratto dal romanzo di Irvine Welsh, interpretando il tossico strafatto Mark Renton, il personaggio della svolta a 25 anni, che tornerà a riabbracciare vent’anni dopo in T2 Trainspotting. Più maturo e più saggio, forse.

Difatti McGregor, look da hipster o meno, un barbarian chic dei nostri giorni, ha sempre cercato la sfida, abbracciando copioni mai scontati, mettendosi perennemente in gioco, anche tornando indietro nel tempo. Da rapinatore (in Una vita esagerata) al fianco di Cameron Diaz, ad ottimo guardiano di notte (Nightwatch), ha lavorato con Peter Greenaway (I racconti de cuscino), si è immerso nelle atmosfere di Jane Austen (Emma), in quella della Swinging London (musicista in Velvet Goldmine), diventando spia britannica (The Eye), camerlengo (Angeli e demoni), ghostwriter (L’uomo nell’ombra di Polanski), aviatore (Amelia), padre coraggio nel post Tsunami 2004 (The Impossible), figlio di un padre omosessuale (Beginners) o “Pescatore di sogni”, arrivando fino all’universo di Star Wars, da Episodio I (La minaccia fantasma) a Episodio III (La vendetta dei Sith), come maestro Jedi, Obi-Wan Kenobi, prossimo ora a tornare in una serie omonima targata Disney. Lo hanno voluti tutti, da Wood Allen (Sogni e delitti) a Steven Soderbergh (Knockout – Resa dei conti), ha raccolto relativamente poco in termini di riconoscimenti, tra cui però un Golden Globes strameritato per la terza stagione di Fargo.

Un’esistenza artistica votata al desiderio di cambiare, sempre e comunque, sia che tenti il salto dietro la macchina da presa (American Pastoral), sia che diventi il mirabolante Edward Bloom (meraviglioso in Big Fish di Tim Burton) o che approdi nella Belle Époque e al Moulin Rouge! come aspirante scrittore bohémienne e cantante (lo è, e pure bravo), l’uomo e l’interprete si mixano in un tutt’uno fatto di armonia rivoluzionaria, forse un po’ rock, magari con le infallibili Dr. Martens ai piedi, quanto basta per incastonarlo nei riconoscibili per talento e stile innovativo.

Elegante, in evoluzione, senza paura di sbagliare, senza paura di approcciare l’intoccabile (Doctor Sleep, il sequel di Shining nei panni del Danny Torrance adulto), o di mettersi la Maschera Nera (da villain) in Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn. Stile che punge e spinge, come detto, nell’essere oltremodo collezionista e amante delle moto, visti come oggetti d’arte, e per l’avventura, al punto da possedere dieci Guzzi, tra cui una V7 Ambassador del 1971, la V7 Sport del 1972, la V7 Eldorado del 1974, la V11 del 2000, la V11 Tenni del 2001 e la California Vintage del 2009 con sidecar e la California 1400 Custom. Una passione mai nascosta e vissuta sulla strada che, nel 2004, partendo da Londra per New York, lo ha portato ad attraversare l’Europa dell’Est, la Russia, la Siberia, l’Asia Centrale, l’Alaska e il Canada, realizzandone poi un bellissimo documentario per il National Geographic, Long Way Round, a cui seguirà Long Way Down. Proprio ad Icon raccontò anni fa «Alcuni bambini sognano di domare dei purosangue, io dovevo avere sei anni quando ho iniziato ad avere voglia di salire a cavallo di un serbatoio. Allora sognavo Steve McQueen, La Grande fuga e correre per l’eternità».