Antonin Tron è il nuovo direttore creativo di Balmain: chi è (e cosa farà)
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Antonin Tron è il nuovo direttore creativo di Balmain: chi è (e cosa farà)

di Tiziana Molinu

Dalle pailettes al minimalismo colto: il fondatore di Atlein prende le redini della maison e promette una rivoluzione fatta di drappeggi, tagli e materia. Ritratto dello stilista francese e previsioni creative

Balmain ha un nuovo direttore creativo. Si chiama Antonin Tron, ha 40 anni, viene da Parigi ma parla la lingua di Anversa, quella delle linee scolpite e drappeggi scultorei. È il fondatore di Atlein, marchio che nel 2016 ha riportato la moda a un gesto puro, quasi ascetico: tagliare, drappeggiare, scolpire. Ora succede a Olivier Rousteing, l’uomo che per 14 anni ha trasformato Balmain in un’istituzione pop, costruendo un esercito di follower e celebrità attorno a una visione muscolare della couture. Dopo di lui, la maison aveva bisogno di un contrappunto. E Tron lo è in ogni senso. Il suo debutto è previsto a marzo a Parigi con la collezione FW26.

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(Photo by SAVIKO/Gamma-Rapho via Getty Images)

Chi è Antonin Tron

Mentre altri brand rincorrono il nuovo “nome che buca lo schermo”, Balmain scommette su un autore di sostanza. Uno che, prima di lanciare il proprio marchio, ha prima studiato alla Royal Academy of Fine Arts di Anversa. Ha lavorato poi nei laboratori di Louis Vuitton, Givenchy e Balenciaga, imparando l’arte della costruzione prima ancora di quella della comunicazione. Uno che disegna con le mani e con la mente insieme, e che per questo oggi risulta radicale.

Nel 2016 si mette in proprio e fonda Atlein. Con lui Tron ha vinto l’ANDAM (First Collections nel 2016, Grand Prix nel 2018) e si è costruito una reputazione da “surfer del taglio”. Il nome stesso del brand rimanda all’Atlantico, ossessione personale e metodo: fluire, scolpire, restringere il campo fino all’essenziale.

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(Photo by Pascal Le Segretain/Getty Images for Vogue)

“L’approccio di Antonin al design, radicato nell’arte del drappeggio e nella fisicità dei tessuti, segna una continuazione della credenza fondamentale di Pierre Balmain che la sartoria è l’architettura del movimento – ha detto l’AD Matteo Sgarbossa -. Come Balmain, Antonin vede la moda come un’arte spaziale, costruita intorno alla forma umana con precisione ed emozione. Antonin svilupperà l’eredità della maison di creatività, artigianato, eleganza e valori umani profondi”.

Un cambio di rotta per Balmain?

Tron prende il posto di Rousteing, l’architetto del “Balmain Army”: glamour pop, couture muscolare, celeb culture portata sul mainstream del lusso. Un’era che ha allargato il pubblico e acceso i riflettori ma che, dopo quattordici anni, chiedeva una rifocalizzazione. Il cambio di passo arriva nel pieno della “grande rotazione creativa” che vede diversi giganti del settore rimescolare le carte per riaccendere desiderio e vendite. In questo contesto Balmain scommette su un profilo di sostanza, più che di hype.

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(Photo by SAVIKO/Gamma-Rapho via Getty Images)
Un look Atlein

Se il suo predecessore ha acceso il marchio con l’energia delle passerelle virali, lui promette un ritorno alla fisicità del gesto, all’emozione che nasce dal dettaglio. Nei suoi abiti per Atlein, la stoffa si comporta come un organismo vivo: si torce, respira, segue il corpo invece di imporgli una forma. È un modo di intendere il design che sembra perfetto per restituire alla maison quell’anima architettonica che Pierre Balmain aveva scolpito negli anni Cinquanta; e che negli ultimi anni rischiava di dissolversi dietro ai flash. Dopo l’era della luce abbagliante di Rousteing, fatta di cristalli, latex e posture da palcoscenico, Balmain aveva bisogno di una mano che sapesse ancora toccare il tessuto, non solo dirigerlo.

Come immaginiamo il Balmain by Antonin Tron

Meno paillettes forzate, più torsioni, tagli vivi, jersey lavorato come marmo; meno slogan, più costruzione. Il blazer “armatura” non scomparirà (sarebbe un delitto commerciale), ma potrebbe perdere la didascalia e guadagnare profondità. Il corpo resterà protagonista, solo che lo vedremo scolpito invece che illuminato a led. Debutto a marzo: lì capiremose la promessa di “spatial art” evocata dal comunicato ufficiale diventerà nuova firma o solo parentesi. Per ora, la sensazione è che il marchio stia tornando a respirare. Se Rousteing ha insegnato alla maison a parlare, Tron potrebbe insegnarle a pensare.

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(Photo by SAVIKO/Gamma-Rapho via Getty Images)
Un look Atlein