

Lo stile preppy: dalle origini alle nuove tendenze moda uomo
Elegante e sportivo, colori pastello e quell’estetica patinata che è rientrata in trend. La storia dello stile preppy dalle origini alle tendenze moda uomo contemporanee
Le sfilate e le collezioni parlano chiaro e le tendenze moda uomo lo hanno consacrato come uno dei trend contemporanei. Ma che cos’è e da dove proviene lo stile preppy? Per spiegare la moda preppy bisogna retrocedere nel tempo e arrivare nell’America degli anni ‘50. Nella metà del XX secolo gli uomini americani dovevano veicolare uno stereotipo di uomo perfetto, benestante, ben vestito, impeccabile e al passo con la società consumistica in cui etichette e buon gusto andavano di pari passo. Gli uomini indossavano camicie dai colori pastellati, cravatte e cravattini, pantaloni dal taglio elegante, pullover o gilet con scollo a V, giacche sartoriali e capispalla dal taglio elegante. Tutto nella upper-class conviveva con un perfetto equilibrio e armonia e perfino i figli dell’alta e media borghesia americana finivano per precipitare in questo stereotipo maschile di “uomo perfetto”. La parola preppy possiede la stessa patina degli anni ‘50. Deriva da Preparatory School (abbreviato Prep-School) scuole private di preparazione pre-universitaria del North-East, nello specifico appartenenti all’elite dell’Ivy League, frequestato da studenti modello che avevano come primo obiettivo passare l’esame di ammissione. Perciò “preppy” nacque come termine per definire questa sottocultura o subcultura che etichettava i ragazzi obbligati ad indossare la divisa scolastica. In senso più ampio, la sottocultura preppy non è solo costume ed etichetta, ma anche un particolare atteggiamento e un vocabolario ben strutturato che riflette l'educazione della upper-class.
I marchi di abbigliamento J. Press e Brooks Brothers avevano la loro sede nei campus delle scuole della Ivy League, tra cui Harvard, Princeton, Columbia e Yale e lo stesso stile preppy si ispirava alle attività del tempo libero di questi giovani privilegiati, comunemente praticate dall'alta borghesia del Regno Unito e degli Stati Uniti nordorientali. Attività sportive che facevano sempre riferimento all’universo elitario della classe alta, parliamo di sport come: il tennis, la polo, la vela, la scherma, il canottaggio, lacrosse, il golf, il rugby, lo squash e il nuoto. Per questo i preppy boy indossavano l'abbigliamento sportivo associato a queste attività. Il loro guardaroba si strutturava con blazer con bottoni dorati, camicie indossate con maglioni o gilet preferibilmente con lavorazioni a treccia e collo a V, oppure pullover con motivi a rombi argyle o che riportavano lo stemma o nome della propria università. Indossavano anche completi americani in seersucker e madras, camicie Oxford, le immancabile polo e rugby shirt, pantaloni dal taglio elegante indossati con scarpe da barca, mocassini o derby in pelle di daino. Il tutto prevalentemente accordato con tonalità pastellate e abbinate a cravatte e cravattini da uniforme scolastica, orologi da polso e catenine d’oro.

La moda preppy è poi emersa come un'interpretazione ancora più casual e giovanile dello stile Ivy League e negli anni '80 il marketing di massa diede vita a marchi come Ralph Lauren, Lacoste, Daniel Cremieux e Izod che riportò in auge lo stile Ivy e preppy, facendoli diventare nuovamente mainstream.
Negli anni ‘90 l'interesse per lo stile diminuí gradualmente, sia per lo strascico lasciato dalla golden-age del decennio precedente, sia per la corrente modaiola dell’antifashion legato al movimento di reazione di designer giapponesi che proponevano decostruzioni e toni cupi. Ma comunque restava un rimasuglio di preppy che fece sfogare marchi come J. Crew, Tommy Hilfiger, Vineyard Vines, Gant ed Elizabeth McKay fino ad arrivare agli anni 2000 con Thom Browne, Paul Smith e Marc Jacobs.
Oggi la declinazione dello stile preppy è molto più libera, fluida e meno preimpostata dell’epoca, ma continua ad utilizzare la stessa matrice di linguaggio e mantenere l'ispirazione alle divise scolastiche americane con varsity jacket, giacche, cravattine, patch e stemmi dei propri college e un trionfo di colori pastellati. Da Louis Vuitton, Casablanca fino ad arrivare a Golf Le Fleur, marchio di Tyler The Creator, Versace, Kenzo, Miu Miu e Jil Sander.










