Luka Zunic

Luka Zunic

Autodidatta, sono stati due anni di provini la scuola dove ha affinato il suo talento. Fino a conquistare quei difficili ruoli da adolescente cattivo senza colpa che lo hanno imposto appena ventenne. È tempo di crescere, lo sa bene. Ed è pronto all’età adulta nella vita e sul set

di Michele Primi

Il volto nuovo del cinema italiano è quello di un ragazzo appena ventenne che interpreta la banalità del male della propria generazione. Luka Zunic, nato in Trentino nel 2001 da padre serbo e madre bulgara, ha stupito a Venezia nel 2020 con gli sguardi tesi e il silenzio carico di rabbia di Marcello, adolescente che ha assorbito l’ideologia neonazista dal padre e vede il mondo solo in termini di conflitto, nell’opera prima di Mauro Mancini Non Odiare. «Sono stato l’ultimo a fare il provino», racconta, «mi hanno preso perché hanno visto qualcosa in me». Non è la prima volta: alle elementari ha frequentato un corso di teatro organizzato dalla scuola (portando in scena I Musicanti di Brema dei fratelli Grimm) ed è stato notato dall’insegnante per il suo talento. «La maestra ha detto a mia madre: fallo continuare».


Tank top e pantaloni
Dsquared2.

Non ha mai studiato recitazione, ma quando ha avuto l’occasione ha trovato la chiave per entrare nel suo primo ruolo da coprotagonista: «Shakespeare diceva che le emozioni umane sono sette. Ognuna ha la sua sfumatura. Credo di avere la fortuna di ricordare le emozioni che ho vissuto e di riuscire a portarle fuori facilmente. Sul set le cose succedono solo guardandosi negli occhi. È vita vera, se funziona ti dimentichi di avere la macchina da presa e i microfoni intorno».

Non odiare è un film sul rapporto tra le generazioni e l’inevitabilità dell’odio, la ricerca del nemico, il silenzio come prodotto ultimo dell’incomunicabilità: sullo sfondo di una Trieste che potrebbe essere qualunque altra città italiana, lo skinhead Marcello si scontra con il chirurgo ebreo Simone Segre, interpretato da Alessandro Gassman, che ha scelto di non salvare suo padre dopo un incidente stradale perché ha visto la svastica tatuata sul suo petto e cerca di allontanare il senso di colpa aiutando lui, la sorella Marica (Sara Serraiocco) e il fratellino Paolo.


Giacca, dolcevita e pantaloni
Dolce&Gabbana

Un film duro, con pochi dialoghi, in cui non sembra esserci vera redenzione per nessuno, neanche quando Segre salva la vita a Marcello, che prova a saldare con la violenza i debiti del padre, e che si conclude con un finale aperto. «Una scelta di Mauro Mancini», dice Zunic, «perché l’odio non ha mai una vera e propria fine». Per prepararsi al ruolo ha indossato per due mesi gli anfibi pesanti e la divisa da skinhead di Marcello e si è rasato i capelli a zero. «Ho fatto un lavoro fisico per entrare nella sua testa. Ho dovuto imparare a camminare, muovermi e guardare le cose come farebbe lui, pieno di odio e intrappolato in uno schema dal quale non riesce a uscire. Anche se dietro alla sua durezza c’è un’anima da ragazzino».


T-shirt, pantaloni
e cintura Saint Laurent by
Anthony Vaccarello.

Il secondo ruolo importante è stato ancora più impegnativo: in La ragazza ha volato, di Wilma Labate, con una sceneggiatura firmata dai fratelli Damiano e Fabio D’Innocenzo, Luka Zunic è al fianco di Alma Noce in un racconto di adolescenza solitaria e indifferente, in cui persino l’abuso sessuale diventa normale. «Dopo la violenza il personaggio che interpreto, Brando, dice a Nadia: “andiamo a mangiare un panino?” Non è un delinquente, semplicemente viene da un contesto in cui tutto sembra giusto e niente sbagliato. È un film con un tema molto difficile, raccontato da una prospettiva femminile».


Maglione e calze Dior, jeans Levi’s, stivali Church’s

È stata la determinazione a guidare il suo talento: nel 2017 Zunic ha cominciato a cercare e a procurarsi i provini da solo e per due anni li ha fatti tutti. «Il primo è stato un disastro. Quando invece ho fatto l’ultimo, poco fa a Torino per una serie poliziesca che inizierò a girare a gennaio, sapevo già cosa fare. I registi cercano la persona prima dell’attore». Si è proposto per qualsiasi ruolo, e ha imparato: «Ti metti alla prova in un luogo generalmente freddo, senza sentire il calore della macchina e degli altri attori che ti danno le battute. Devi capire come funziona. Io ne ho fatti cento e alla fine mi hanno preso al centouno. Ricevere la chiamata in cui ti dicono che sei stato scelto è un’emozione unica». Per mantenere la concentrazione sul set, «fisso un punto per terra e non penso a niente, poi quando parte la scena va tutto di cuore».


Giacca e tank top Emporio Armani

Crescendo Luka Zunic vorrebbe adattare il suo volto, che inevitabilmente cambierà, a nuovi personaggi. «Fino a ora sono stato sempre un adolescente problematico», dice, «mi piacerebbe interpretare il ruolo di un ragazzo che sta diventando adulto e aumentare le emozioni. Il primo passo è stato entrare, ora devo rimanere». Dal suo idolo Al Pacino ha preso la passione per i ruoli forti (il prossimo film, in uscita su Sky, è Ai confini del male di Vincenzo Alfieri in cui interpreta un ragazzo rapito), da Alessandro Gassman ha imparato «a recitare per sottrazione», spiega: «Tolgo espressioni e parole per provare a raggiungere maggiore intensità».  I ruoli cominciano ad arrivare: «Noi attori in fondo siamo perenni disoccupati. Viviamo da un progetto all’altro», e Luka Zunic continua a cercare provini e a tentarli tutti. «Il mio messaggio per chi vuole fare l’attore è non mollare. Ogni volta che ti chiudono una porta in faccia, riprova. Ma se dovessi fare un provino a me stesso direi che ora bisogna studiare, perché il talento non basta».

In apertura LuKa Zunic indossa giacca, maglia,pantaloni e cintura Prada

Photos by John Balsom, Styling by Edoardo Caniglia,

Grooming: Franco Chessa @Freelancer. Styling assistant: Federica Arcadio