La felicità in uno scatto. Le fotografie di Robert Doisneau in mostra ad Aosta

La felicità in uno scatto. Le fotografie di Robert Doisneau in mostra ad Aosta

di Paolo Lavezzari

La grande retrospettiva del fotografo francese Robert Doisneau al Centro Saint-Bénin di Aosta

Chi ha perso l’appuntamento a Rovigo non si affligga, perché la grande retrospettiva dedicata a Robert Doisneau (1912-1994), proseguendo il suo tour, riapre con le sue 128 foto il 4 marzo ad Aosta, al Centro Saint-Bénin (fino al 22/5). Degli scatti realizzati dal celebre fotografo francese si è detto molto, moltissimo; della sua foto nota come “Il bacio” (Le Baiser de l’Hôtel de Ville) ormai si sa tutto – e cioè che non è un’istantanea rubata, ma venne costruita accuratamente dallo stesso Doisneau con una coppia di attori – però poco importa: l’emozione che provoca all’istante (e che, fondamentale, si rinnova a ogni sguardo successivo) rimane inalterata. Si è detto molto di Doisneau e ancor più si è visto, ma l’empatia che i suoi scatti suscitano, il fatto che cioè rendono l’osservatore partecipe e non semplice osservatore ne sanciscono il giusto successo.

Come nota la Dirigente delle Attività espositive del Centro Saint-Bénin Daria Jorioz «Robert Doisneau incarna l’immagine del fotografo umanista immerso nella vita della sua città: ne coglie il respiro, le emozioni, le trasformazioni sociali, ne narra la bellezza, le contraddizioni, le storie minime che ne compongono la storia collettiva. Il fotografo francese cresce insieme alla sua città, la osserva prendendo appunti visivi, la racconta cominciando dalla strada, si specchia nei giochi dei bambini che inventano il loro mondo, narra la condizione a volte ruvida degli adulti. Lo fa sempre con delicatezza e garbo, talvolta con malinconia, spesso con un’ironia sottilmente dissimulata oppure giocosamente evidente». Ecco, proprio per quel garbo e quella delicatezza con cui Doisneau ha raccontato anni comunque durissimi, anni di povertà e periferie, viste ora quelle foto fanno un contrasto stridente con il nostro mondo, o meglio con l’immagine che ne abbiamo. Cosa è successo perché tutto si complicasse così come oggi?  In questa primavera ricca di mostre fotografiche di pregio, ricordiamo che  da non perdere c’è anche la mostra di Sabine Weiss, anch’ella, come Doisneau suo mentore, esponente di quella corrente estetica definita “umanista”.