Parto e mi rinchiudo (in un ex-prigione)
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Parto e mi rinchiudo (in un ex-prigione)

di Antonella Tereo

Dopo un attento recupero, uno storico penitenziario in Cornovaglia diventa boutique hotel, un luogo dove il nuovo lusso è fatto di gotica eleganza

Evadere è sicuramente il sogno del momento.
Evadere dalle restrizioni, da una “nuova” routine o dal proprio Paese, in cerca di nuove e più felici esperienze altrove.

Non è più il primo pensiero, invece, per chi si ritrova in quella che era un’ex-prigione della Cornovaglia.

La storia a lieto fine del carcere di Bodmin, situato qualche miglio oltre le scogliere impervie della regione inglese, narra infatti che ad oggi il grande complesso si sia trasformato in un boutique hotel – inaugurato proprio di recente, dopo lunghi anni di lavoro – scegliendo ancora una volta un’epoca forse non così serena per attrarre nuovi ospiti.

Ma del resto, viste le premesse, la sfida sembra parte del DNA di quest’edificio storico ormai riconvertito.

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Una delle camere doppie al The Bodmin Jail Hotel

La storia

È un luogo senza dubbio ricco di un lungo passato.

In oltre cent’anni (è stato operativo dal 1802 al 1909) il penitenziario ha ospitato molti detenuti e detenute che percorrevano i suoi lunghi corridoi e, secondo alcuni annali gelosamente conservati, pare che almeno 32 di loro furono giustiziati proprio all’interno delle sue possenti mura.

Il Bodmin Jail, del resto, era il più oscuro posto della campagna inglese a fine ‘800 e la sua fama continuò anche dopo la sua chiusura, alimentando racconti di fantasmi (dei detenuti) ormai parte della sua storia, fino all’inizio dei lavori di restauro che hanno voluto farne, in primis, un’attrazione senza dubbio unica.

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La zona lounge bar realizzata nell’ex-penitenziario

Oggi

Per la riprogettazione degli arredi e degli spazi, ci sono voluti anni ed il risultato è ora sorprendente.
La suggestione è di certo molta, data anche da un luogo che adesso attrae, a differenza del passato.

Dopo un accurato restyling infatti, l’ambientazione è stata modificata solo nell’idea di “rifugio” lontano da mondo, ma facendone un retreat tutt’altro che inospitale.

L’idea dietro alle stesse suite, composte ciascuna da tre antiche celle, si basa su concept del tutto attuale per una clientela esigente, offrendo spazi sicuramente più accoglienti e generosi d’un tempo. Lo stile delle ex-celle traspare dalle porte, dalle piccole finestre e dai racconti che tappezzano alcuni muri di alcune camere, a ricordo delle antiche incisioni ora coperte da nuove rifiniture.

Oltre ad una piacevole zona ricevimento, non manca una conviviale area che funge da lounge bar assieme ad altra per le colazioni, locali ampi che offrono persino un po’ di british charme ai pochi selezionati ospiti.

A dispetto della semplicità della storia del luogo, il boutique hotel offre alcune facilities in camera e non rinuncia a proposte esclusive per l’ospite (a richiesta) per un esperienza da vivere, prima che da raccontare.

L’effetto scenico resta, insomma, ma l’accoglienza è la vera svolta del luogo per chi vuole “rinchiudersi” oggi.

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Una delle suite, con ampia zona notte ed un bagno privato