Da Michael Jordan a Senna, passando per Maradona e Totti. Leggende dello sport, raccontate a 360°, nei cinque migliori documentari, film e serie, da rivedere su piattaforma.

La competizione come mantra, senso di tutto, prova a ostacoli, di vita e lavoro. Da Michael Jordan ad Ayrton Senna, da Francesco Totti a Fabio Fognini: quando lo sport sa oltrepassare i propri immaginari, ed arrivare a toccare altre corde. (Anti)eroi per eccellenza, ognuno diverso, ma con le sue peculiarità, eppure capaci di unire, guardandosi dentro e allo specchio, per cercare il confronto impossibile, quello con se stessi, e magari davvero farci i conti. Storie fulminanti, inedite, umane, riflessive, spericolate, epiche, di atleti entrati nell’immortalità, in un presente epocale, nel quale, rompere gli schermi e fare la differenza, è servito a dettare legge, a certificarsi come geni e talenti fuori dalle righe, giocata su giocata, canestro su canestro, sorpasso su sorpasso.

Proprio il tennista italiano, 33 anni, ne è l’ultimo esempio, protagonista di Fabio. Prendere o lasciare, firmato da Giuseppe Marzo, in onda su TimVision dal 31 gennaio. Un ritratto a 360°, intriso di istinto, consapevolezza, momenti, condivisioni, dubbi, incertezze, visti in un momento complesso, come quello pre e post operazione alle due caviglie, avvenuto l’anno scorso. A scandire le lunghe sessioni di riabilitazione in palestra, in piscina, la forza ed il ritorno ad allenarsi, alcune istantanee prestigiose, come la vittoria a Montecarlo nel 2019, sconfiggendo in semifinale Rafa Nadal, e le parole di chi gli è sempre stato accanto: i genitori, l’ex allenatore Corrado Barazzutti, gli amici, Novak Djokovic, Bobo Vieri, Javier Zanetti, e ovviamente Flavia Pennetta, moglie, amica, madre dei loro due figli, “una consigliera” speciale, capace di fargli vedere le cose da angoli e prospettiva diverse.

The Last Dance, al contrario, è stata la docuserie simbolo del 2020 (visibile su Netflix), la più bella ed avvincente, inserita pure dall’ex Presidente degli Stati Uniti Barack Obama tra le migliori viste, in cui un solo vero asso domina dall’alto, Michael Jordan. Un campione, il numero 23, una leggenda assoluta capace di far sognare, che nell’autunno del 1997 (fino al 1998), insieme ai compagni dei Chicago Bulls (da Scottie Pippen a Dennis Rodman) rincorreva la conquista del sesto titolo NBA in otto anni, dovendosi confrontare con quella che sarebbe stata l’ultima danza. L’ultima l’occasione per vederlo in scena lì, facendo arte, ed essere il più forte di tutti.

Senna (su Chili e Amazon Prime Video). Basta il cognome per far salire un brivido agli appassionati di Formula 1 e alle generazioni di ogni età, che lo hanno amato oltre misura, oltre il tempo passato. Troppo, da quel tragico incidente a Imola (era il 1° maggio del 1994), che lo strappò per sempre, generando un dolore globale, ma consegnandolo di fatto alle pagine future. Asif Kapadia, maestro in questo senso a livello documentaristico (basta ricordare quello su Amy Winehouse) qui apre la valigia dei ricordi, raccontando il pilota e l’uomo in tutto il suo fulgore agonistico, la rivalità con Prost, le gare memorabili. E la magia prende forma.

Diego Maradona (visibile su Chili, Netflix e Amazon Prime Video). Il fenomeno, il Dio del calcio, scomparso a 60 anni il 25 novembre scorso, raccontato in uno dei documentari – eventi firmati ancora da Asif Kapadia, presentato nel 2019 al Festival di Cannes. Dalle origini al successo, ascesa e caduta del giocatore per eccellenza, tra immagini d’archivio, interviste, in quei sei anni al Napoli, diviso tra la fama, i vizi, i rapporti con la criminalità e le sue giocate antologiche. Da non perdere.

Free Solo – Sfida estrema (su Amazon Prime Video). Alex Honnold è oggi una leggenda nel mondo del free climbing, l’alpinismo senza attrezzatura di sicurezza. All’età di 30 anni si prepara ad affrontare la sua sfida più grande, scalare, senza corda, il monumentale El Capitan, nel Parco Nazionale di Yosemite, in California. Il resoconto di un’impresa impressionante e folle, baciata col Premio Oscar 2019 come miglior documentario, andato ai registi Jimmy Chin e Elizabeth Chai Vasarhelyi.

Mi chiamo Francesco Totti di Alex Infascelli (su Chili e Amazon Prime Video). Di capitani coraggiosi e bandiere vere, ce ne sono stati pochi nel calcio. Totti è stato uno di questi. La notte che precedette il suo addio diventa qui lo spunto per raccontare la propria vita, come se la vedesse proiettata su uno schermo insieme agli spettatori, ripercorrendola attraverso immagini, emozioni, scene di quotidianità personale e ricordi inediti. Non è solo sport, ma vita, narrata in prima persona.

Cinque perle da rivedere, a cui aggiungere un piccolo gioiello d’animazione, Dear Basketball, scritto da Kobe Bryant, una lettera preziosa, che lo portò nel 2018 a vincere l’Oscar per il miglior cortometraggio. Ad un anno dalla sua morte, l’ex numero 24, stella dei Los Angeles Lakers, non smetterà mai di brillare.