Harry Kirton

Harry Kirton

A Peaky Blinders, la serie ispirata alle imprese di una gang di criminali inglesi di inizi Novecento, il quindicenne Harry Kirton ci è arrivato quasi per caso, senza nessuna esperienza da attore. Oggi, giunti all’ultima stagione, la serie è un culto e lui una star che si prepara ad abbandonare il suo personaggio e soprattutto quel taglio di capelli…

di Michele Primi

Birmingham è un atteggiamento, non un accento. È quello che ha detto Harry Kirton quando è arrivato sul set della serie Peaky Blinders per interpretare il ruolo di Finn Shelby, il membro più giovane della famiglia di gangster del quartiere di Small Heath, guidata da Tommy Shelby, in epica ascesa nel periodo tra la Prima e la Seconda guerra mondiale: dalle scommesse al contrabbando di armi, fino al Parlamento inglese, in cerca di una redenzione irraggiungibile, risucchiata dal circolo vizioso della violenza di strada.  Kirton aveva solo 15 anni e sul set era l’unico nato e cresciuto davvero a Birmingham, città simbolo della working class britannica: «Tutti mi hanno preso come punto di riferimento per l’accento brummie», spiega Harry, che oggi di anni ne ha 23. «Questa esperienza mi ha insegnato che la recitazione è soprattutto un lavoro collettivo».


Giacca Lardini, camicia
e cravatta Corneliani

La serie creata da Steven Knight, di cui il 27 febbraio 2022 è uscita sulla BBC la sesta e ultima stagione, è diventata un fenomeno in Inghilterra grazie a un’estetica impeccabile, a una visione della criminalità come sola forma di riscatto per le classi più emarginate della società inglese (la storia è basata su quella vera della gang di Thomas Gilbert che, dopo aver soppiantato i “Cheapside Sloggers”, ha dominato l’economia illegale di Birmingham tra il 1880 e il 1910 prima di venire sconfitta dai più numerosi “Birmingham Boys” di Billy Kimber), e a una colonna sonora straordinaria che accosta l’estetica degli anni Trenta e Quaranta al meglio dell’indie rock degli ultimi decenni: Arctic Monkeys, The White Stripes, Pj Harvey, Nick Cave, Joy Division, Foals, Radiohead, Royal Blood, Savages, Last Shadow Puppets, Queens of the Stone Age…

Harry Kirton ci è arrivato quasi per caso: «Era il 2013, i miei genitori guardavano ogni puntata della prima stagione di Peaky Blinders e hanno visto l’annuncio di un casting», racconta: «Dopo cinque ore di fila e un paio di audizioni mi sono ritrovato a parlare con il regista della seconda stagione, Colm McCarthy. Hanno visto qualcosa in me». Non c’erano esperienze di recitazione nel suo curriculum: è bastato il taglio di capelli (quello che ha reso i Peaky Blinders icone negative dal fascino irresistibile, con la rasatura che spunta sotto la coppola nella cui visiera veniva nascosta una lama, l’arma della gang), per trasformare un ragazzino con i riccioli rossi e la passione per la poesia, nel silenzioso rappresentante dell’ultima generazione di una famiglia di sociopatici, traumatizzati dalle trincee della Prima guerra mondiale e incapaci di riconnettersi con la realtà, e che nell’ultima stagione (diretta da Anthony Byrne e descritta dagli stessi protagonisti come «gotica e molto dura») viene messa di fronte al proprio destino.


Maglia Dsquared2

«Sono cresciuto in fretta e attraverso il mio personaggio ho imparato a capire il mondo», dice Kirton: «La mia inconsapevolezza mi ha dato grande libertà e a ogni stagione sono diventato più consapevole di me stesso». Sul set si è trovato accanto a Cillian Murphy (che interpreta Tommy Shelby), Paul Anderson, Helen McCrory (scomparsa il 16 aprile 2021), Sophie Rundle, Anya Taylor-Joy e un Tom Hardy gigantesco nel ruolo del gangster ebreo Alfie Solomon: «Non c’è mai stata una vera e propria guida, ti mostravano fisicamente come recitare. Prima di una scena Tom Hardy mi ha detto: “Non pensare, sii te stesso”. Mi è bastato quello per capire che il cast era la mia famiglia. È la stessa etica che ho imparato da mio padre: mantieni sempre il controllo e ricordati da dove vieni».


Giacca e camicia Gucci

Harry Kirton non ha mai abbandonato lo spirito di Birmingham: «Quando mi sono trasferito a Londra ho lavorato in un ristorante a Shoreditch perché mi piaceva la loro cucina vegana. Finché non hai il taglio di capelli dei Peaky Blinders, nessuno ti riconosce». Un personaggio come Finn Shelby rimane inevitabilmente appiccicato addosso ma Harry Kirton è cresciuto con il mito di Johnny Depp e Joaquin Phoenix e vuole costruire la sua carriera sul cambiamento: «Sento di aver stabilito una tonalità del mio colore, adesso voglio dimostrare di avere altre sfumature. So che in Inghilterra devi recitare in teatro per essere preso seriamente in considerazione».


Maglia Marciano by Guess, pantaloni Gabriele Pasini

Intanto, Finn Shelby può diventare un simbolo dell’inevitabilità del male o di un cambio di prospettiva: «Ha sempre desiderato fare parte della gang, essere uno dei Peaky Blinder, ma questo ha messo alla prova la sua stabilità mentale. Nessuno riuscirà a togliergli quello che ha dentro, ma forse quella non è la sua vera strada. Forse crescendo ha capito che la sua famiglia è un fottuto disastro. È una storia che in Inghilterra si ripete ogni giorno per molti ragazzi».


Giacca e gilet Gabriele Pasini, camicia Corneliani 

Il tema della redenzione è al centro dell’ultima stagione di Peaky Blinders. Secondo il creatore Steven Knight la storia della famiglia Shelby e del mondo criminale di Birmingham potrebbe continuare con un film (il fenomeno Peaky Blinders ha dato vita anche al Legitimate Peaky Blinders Festival, a cui nel 2019 hanno partecipato Liam Gallagher, i Primal Scream e Anna Calvi che ha scritto le musiche della colonna sonora), ma la riflessione critica su ogni forma di espressione violenta del potere troverà la sua conclusione. Harry Kirton, il ragazzo cresciuto in fretta come Finn Shelby, si prepara ad abbandonare il suo personaggio, ma non dimentica quello che ha imparato: «Siamo tutti prigionieri delle nostre abitudini, e quando i traumi che ci portiamo dietro diventano la nostra reputazione, le conseguenze sono pericolose per tutti».

Nella foto di apertura Harry Kirton indossa gilet e pantaloni Giorgio Armani

Photos by Vanmossevelde+n, Styling by Caniglia&Vilnius; Make up: Cosetta Giorgetti @Blend Management using Co_organicskincare, Hair: Gabriele Trezzi @Blend Management using R+Co. Studio: Circus Studios (circustudios.com) Tappeti: Black Lab Props (blacklabprops.com)