Pj Tucker

Pj Tucker

Globetrotter per scelta, ha affinato le sue doti affrontando sfide e avversari nelle massime divisioni degli States come dell’Europa. Per Pop Junior il basket è lavoro, ma anche opportunità, una gioia quotidiana. Non solo. L’atleta è anche un’icona di stile. Con Dolce&Gabbana ha firmanto un progetto speciale interpretando l’iconica Sneaker Miami

di Andrea Giordano

«Il basket è gioia, vita, opportunità, emozioni quotidiane, che riesco a portarmi dietro anche fuori dal campo». Così, l’uomo delle rinascite, del “prendere o lasciare”, delle sfide a oltranza, affrontate in ogni squadra con cui ha gareggiato, dalle quali imboccando la strada più difficile, a costo di girare il mondo, ne è uscito, però, sempre vincitore. Lui è Anthony Leon Tucker Jr., 36 anni appena compiuti, per tutti noto come P.J. – il soprannome datogli dal padre che significa “Pop Junior” – diventato in 15 anni di carriera professionistica uno dei veterani tra i difensori del canestro nel ruolo di ala. Un successo conquistato a colpi di esperienze sul campo che, dopo il debutto con i Toronto Raptors, lo ha portato oltremodo anche fuori dai confini nazionali, in cerca della propria identità di atleta.Dalla Carolina del Nord, dov’è nato «su Tobacco Road», si è dunque proiettato in Europa, dal 2007 al 2012: prima in Israele, conquistando il campionato con l’Hapoel Holon e il titolo di miglior giocatore della stagione, poi nel 2011 in Germania al Brose Baskets Bamberg, portando a casa Coppa e Supercoppa, passando dall’Ucraina (al Donetsk) e addirittura, poco prima, dall’Italia per qualche mese, ingaggiato dalla Sutor Montegranaro di Fermo, un paese «che adoro, pieno di amici, e nel quale ho anche scoperto il piacere di degustare il vino».


Total look Dolce&Gabbana

Di tendenza e alla moda, con «una grande passione, anche da collezionista, di sneakers», Tucker è soprattutto tra i giocatori maggiormente imponenti del circuito, dinamico, capace di affermarsi nella gloriosa NBA, approdando ai Phoenix Suns per cinque anni, negli Houston Rockets, dal 2017 al 2021, e da marzo con i Milwaukee Bucks, ora più che mai protagonista dei playoff. «Fin da bambino seguivo il basket, guardavo le partite in tv ed ero un grande fan di Michael Jordan. Ma volevo coltivare il mio di sogno, prima giocando al college, poi approdando in NBA, e così farmi strada nel mondo della pallacanestro, per arrivare magari un giorno a competere ai massimi livelli. Sono stato fortunato a realizzare tutto questo». Oltre 650 partite giocate in regular season, e numeri importanti, quanto simbolici, i suoi, a partire da quello che porta da anni cucito sul petto, il 17. «Tutto è nato nel primo anno da novellino a Toronto: quando ho finito la stagione mi sono accorto di aver disputato 17 match su 82. L’ho semplicemente scelto, sembrava perfetto in quel momento per rappresentare il mio desiderio di migliorare, per condividere quella motivazione assoluta, che di fatto non mi ha mai abbandonato. Il mio lavoro? Quello di provare a essere amato».


Total look Dolce&Gabbana

Photos by Cully Wright

Styling by kesha Mcleod 

Grooming by Jonet Williamson

Gli abiti del servizio sono di Dolce&Gabbana