A bordo di un’auto d’epoca o di corsa. Dal Castello ai ponti sulla Moldava, da Mala Strana alla Città Vecchia, la città ceca è un luogo senza tempo

L’ultima moda è quella di godere le bellezze senza tempo di Praga dal sedile posteriore delle auto d’epoca, oppure di corsa, magari la sera, quando si accendono i lampioni a gas di Mala Strana, il Quartiere piccolo appena oltre il Ponte Carlo, durante una delle tante belle manifestazioni podistiche organizzate da Runczech.

Di sicuro, l’inizio dell’autunno, quando i pullman turistici diminuiscono, è un momento speciale per riscoprire la capitale ceca. Cominciando dal Castello – le vigne di S. Venceslao sono state da poco riportate al loro antico splendore – con la Cattedrale ricca di statue in argento e di vetrate colorate. Poco oltre, merita una visita la Galleria Nazionale per le opere di Cranach distribuite tra Palazzo Schwarzenberg e Palazzo Wallenstein.

Dopo avere ammirato la trama dei tetti dall’alto dei giardini del Castello, si scende a piedi attraverso quelle ‘funi’ che sono le scale e ci si perde nel quartiere di Mala Strana, con i suoi angoli romantici. Dal Ponte Carlo si arriva alla Piazza della Città Vecchia, al suo simbolico orologio. La paccottiglia turistica stona, meglio tornarci di sera o al mattino presto, e allora prendere la strada verso la Torre delle Polveri: entrare nell’edificio adiacente, bere all’antico American Bar, ammirare al piano di sopra gli affreschi di Mucha, al quale è dedicato anche un museo omonimo, non troppo distante.

Il cimitero ebraico è conosciuto per il Golem. Meno forse la fortezza di Vyserhad: dai bastioni la vista di Praga è magnifica, come gli interni liberty della Chiesa di San Pietro e Paolo. Scesi sulla Moldava, proprio sotto il ponte in ferro di Zeleznicni most, sopra un bastimento in verro arrugginito si tiene, il sabato, un mercato delle pulci dove comprare abiti, dischi in vinile, servizi da tea in porcellana e poi accanto la frutta dai contadini. L’hotel Imperial e l’Hotel Paris sono omaggi all’art decò dove è dolce soggiornare e si mangia anche bene.

C’è ancora il tempo per guardare, a pochi metri dal tardo rinascimentale Teatro Nazionale, l’intrigante Casa danzante ispirata a Frank Gehry dai balli avvinghiati di Fred Astaire e Ginger Rogers, di salire ancora all’Osservatorio Petrin, copia della Torre Eiffel per un’ultima veduta di questa città cartolina.