Richard Madden,  da vittima (dei bulli) a eroe Marvel
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Richard Madden, da vittima (dei bulli) a eroe Marvel

di Andrea Giordano

L’attore inglese, tra i papabili per diventare il prossimo 007, si racconta in mezzo ai ragazzi del Giffoni Film Festival

Parola d’ordine: non nominare il nome di (James) Bond invano. Anche perché i rumours che lo vedono tra i protagonisti, come possibile nuovo 007 cinematografico, sembrano ormai appartenere ad un immaginario creato ad hoc. Dunque nessuna domanda ammessa, neanche accennata, seppur rimanga in corsa a trasformarsi nell’agente segreto più famoso, ereditando lo smoking di Daniel Craig. Sul resto Richard Madden, 36 anni, anima doc scozzese (nato nel paese di Elderslie), si apre invece a cuore aperto raccontando, all’ultimo Giffoni Film Festival, da dov’è partito, chi è, e dove vorrebbe arrivare, attraversando le tappe importante della sua esistenza. di ragazzo, uomo, attore, tra bullismo e voglia di combatterlo. Lo ha fatto calcando il palcoscenico fin da ragazzino.

«Il teatro è stata una via di fuga, mi ha insegnato ad esprimermi, a usare la mia fisicità. A 11 anni venivo bullizzato a scuola, fu un periodo difficile, per questo decisi di entrare a far parte di un gruppo teatrale», ci racconta. «Così sono riuscito ad allontanarli, abbracciando parallelamente altri coetanei con le mie stesse passioni, condividendo idee e aspirazioni. Ma c’è stato un momento in cui ho smesso, avevo mille dubbi, a 17 anni ho ripreso».

Ed è proprio sperimentando tramite quel linguaggio che ha iniziato a farsi conoscere, portando in scena Skakespeare, da Il racconto d’inverno, al Romeo e Giulietta, la seconda volta messo in scena da un mito inglese come Kenneth Branagh. Proprio lui, che l’anno prima (nel 2015) l’aveva voluto affidandogli il ruolo perfetto di principe azzurro in Cenerentola, alla conquista di una splendida Lily James, al fianco di un altro mostro sacro, Derek Jacobi.

Sogni (che diventano reali), e ruoli che poi invece lo hanno trasformato (anche) in ben altro. Come? Impersonando un eroe Marvel, Ikaris, nell’ultimo Eternals di Chloè Zhao, il leader strategico degli Eterni, capace di volare e dotato di una forza sovrumana. «Non vado io alla ricerca di un ruolo, la realtà è che non sono io a scegliere i personaggi, ma sono loro a farlo. Ora sto leggendo dei copioni, non vuol dire che io debba ritornare a farlo. Il mio eroe rimane mio padre: ha fatto il vigile del fuoco tutta la vita, sa cosa vuol dire proteggere e difendere gli altri». Madden è stato oltremodo John Reid, il primo storico manager di Elton John (in Rocketman), passando nel war-movie di Sam Mendes, 1917, e, tornando ad inizio carriera, ancora a ridosso della Prima Guerra Mondiale in Una promessa.

Ma la sua vera consacrazione è arrivata nella serialità. Prima ne Il Trono di Spade, impersonando il “giovane lupo”, ovvero Robb Stark, l’erede al trono del Nord, questo fino alla terza stagione, “ora ho i capelli grigi, sono troppo vecchio per tornare”, e poi in Bodyguard (visto su Netflix). Ambientata dentro e attorno ai corridoi del potere, la serie racconta infatti la vicenda di David Budd (interpretato da Madden), un eroico ma instabile veterano di guerra, divenuto ufficiale del servizio di sicurezza della polizia di Londra, chiamato a proteggere l’ambiziosa segretaria di Stato, e combattuto tra il senso del dovere e i suoi valori. Un personaggio intenso,che gli ha fatto vincere un Golden Globe come miglior attore in una serie drammatica. «Il ruolo più difficile», ci dice.«Lavoravamo 16-17 ore al giorno, e anche se non avevo tante battute, dovevo esprimere quello che sentiva il personaggio ed una certa fisicità. Alla fine non mi sono focalizzato su me stesso, ma su di lui. Il fatto che capita, talvolta, di sentirsi invisibili, sei e puoi essere tante cose, ed è lì che devi andare alla ricerca di te stesso, trovare la forza, continuare sulla strada, capire chi sei, cosa puoi dare. Alcune cose funzionano, altre no».

Le serie torneranno a renderlo protagonista in due nuovi progetti. Da un lato Citadel (lo vedremo nell’estate 2023 su Amazon), uno spy thriller, in cui si intrecciano più personaggi e trame, e lui interpreta un uomo affetto di amnesia. Un viaggio alla scoperta drima che accadesse l’incidente, che esplora il mondo della psiche. Dall’altro il fantascientifico From Now, che co-produrrà-interpreterà insieme a Bryan Cox, nato nel 2020 da un podcast, durante la pandemia. registrato completamente da solo. «Spesso sento dire che per far bene un ruolo bisogna anche aver sofferto, non credo sia così. La cosa più importante è la compassione, mettersi nei panni di chi interpreti e capirlo fino in fondo. Torno al teatro. Quando feci Romeo non sapevo cosa significasse perdere la persona amata, era impossibile prenderlo dalla mia memoria, mi ha salvato l’essere autentico».