Le mete da mettere in calendario quest’anno. Da Rio de Janeiro al Botswana per ballare la samba, scoprire lo street food, esplorare la savana…

Il 2016 sarà un anno di viaggi. Grandi eventi, nuovi luoghi, isole da scoprire e città da riscoprire: I “magnifici 7” del momento. Come, dove e perché dei posti su cui puntare nei prossimi mesi in viaggio. 

A “caccia” dei grandi predatori negli spazi immensi e incontaminati del delta dell’Okavango e dell’arida Deception Valley. Il Botswana, più di ogni altro Paese africano, ha privilegiato la conservazione dell’ambiente. Ma anche il luogo dove si possono rivivere atmosfere africane alla Hemingway, grandi safari a piedi o in jeep con Quality Group. Un vero Eden per animali e natura: praticamente, ognuno dei Big Five (che si rischia di vedere già prima di arrivare, dall’elicottero che vi catapulta al campo tendato) sogna di vivere nell’abbondanza di acqua e cibo del Botswana.  

Un’intricata geografia di isole verdi, che spiccano all’improvviso da grandi macchie color smeraldo perse nel blu dell’Oceano Pacifico. Ecco Palau (da non confondere assolutamente con l’omonima località sarda!) agli occhi dei viaggiatori che vi arrivano in aereo: decine, centinaia di isole, isolette, scogli aguzzi di calcare, atolli di candida sabbia. E in mezzo canali, baie, laghi isolati dal mare aperto, uno spettacolo incantevole che rimane impresso nella memoria. Un consiglio? Anche se non è proprio dietro l’angolo, arrivateci con un volo via Giappone o dalla Corea del Sud, così spenderete meno e arricchirete il viaggio con uno stopover a Tokyo o a Seoul. 

Rio de Janeiro, la città di eterni contrasti, è la massima espressione della fantasia brasileira. Da scoprire oltre le rotte turistiche, cercando gli indirizzi di tendenza, i riti della borghesia carioca, dallo shopping all’aperitivo. Si può tornare più volte a Rio e continuare a stupirsi. Quest’anno la data è il 5 agosto: le Olimpiadi. Ma la città “sulle spiagge” ha altre novità, come il Museu da Imagem e do Som di Copacabana ridisegnato da Diller Scofidio + Renfro, dove un’intera ala sarà dedicata a Carmen Miranda, e un club per ballare, e il nuovo Museu do Amanhã, disegnato da  Santiago Calatrava. 

L’architettura futuristica, iniziative geniali come la trasformazione di un canale in un parco per il surf, la proliferazione delle opere d’arte e i tanti nuovi bar, ristoranti e locali notturni fanno di Rotterdam una delle città europee più esaltanti del momento. La seconda città per grandezza dell’Olanda è un vero e proprio museo architettonico all’aperto, con edifici moderni, postmoderni e contemporanei. Un parco giochi di Rem Koolhaas l’archistar più visionaria, che a inizio anno apre il Timmerhuis e poi il nuovo Museum Rotterdam e nuovi collegamenti in treno da Londra.

Che cosa ama di più uno straniero dell’Italia? Dopo l’incantevole triade (Venezia, Firenze, Roma) e l’immancabile lago di Como ecco la sorpresa: Tivoli. E che cos’è che piace così tanto della cittadina del Lazio? Villa Adriana e Villa d’Este, patrimoni Unesco dell’Umanità. E se resta tempo, a 30 chilometri c’è sempre Roma con il Giubileo della Misericordia, il Colosseo restaurato, e location per due remake di Ben Hur e Spectre. Città eterna?

George Town, la capitale foodie della Malesia sull’isola di Penang. Carina e molto hipster con le sue pittoresche carrozze a cavallo vecchio stile che scorrazzano per i palazzi indo-cinesi del centro storico coperti di graffiti. Lo street food è da non perdere, ma se è il mare cristallino che cercate preferite le isole Perenthian, o Redang, più balneari. 

Creativa, rilassata, open mind, meta di hippie e professionisti. E con un centro storico vittoriano che non guasta: i nuovi modaioli adorano il misto di edifici antichi e capannoni, figuriamoci agli antipodi. Insomma, Fremantle è da scoprire. Consigliata a coloro che hanno in programma una fuga lontana fino in Australia: a Fremantle è certo che non vi troverete soli voi e il canguro a vagare nell’outback, ma troverete bella gente, negozietti e sicuramente una torrefazione di caffè (qui c’è la coffee culture: non c’è verso di evitarsi il mug fumante).