Alla scoperta del borgo medievale: dall’antico palazzo trasformato in hotel di charme al famoso Festival musicale. E a Napoli, per una mostra fotografica da non perdere

Ravello è meno conosciuta di Amalfi e di altre località della Costiera amalfitana ma è una delle mete più suggestive della zona. A 365 metri sopra il livello del mare, è un bellissimo borgo patrimonio dell’Unesco che conserva diverse costruzioni storiche dell’anno Mille, edificate quando un gruppo di nobili dell Repubblica marinara di Amalfi, dopo essersi ribellati all’autorità del doge, decise di stabilirvisi.

Negli anni Ravello ha incantato e ispirato numerosi musicisti, pittori e scrittori: da Richard Wagner ad Antonio Toscanini, da Mirò a Turner, da Forster a Viginia Wolf e D.H. Lawrence, che qui scrisse alcuni capitoli del suo L’amante di Lady Chatterly. Ma anche re, statisti e attori ne sono rimasti affascinati.

Sono molti i gioielli di questo magico borgo, prime fra tutti due splendide antiche residenze: Villa Rufolo, del XIII secolo, con un giardino che si affaccia verso oriente e offre un bellissimo panorama su tutta l’area della Costiera, e Villa Cimbrone, risalente all’XI secolo, con immensi giardini e viste mozzafiato.

Alcune delle dimore storiche del borgo sono diventate spettacolari hotel che offrono una qualità dei servizi molto alta. Come Palazzo Avino, una nobile residenza del XII secolo che la famiglia Avino ha rilevato nel 1997 per trasformarla in un luogo di charme unico al mondo.
Recentemente, sotto l’attenta cura e supervisione delle giovani e dinamiche sorelle Mariella e Attilia Avino, rispettivamente Managing Director e Director of Sales and Marketing, le 43 stanze (33 double rooms e 10 suites) con vista sul Mediterraneo e arredi d’epoca sono state sottoposte a un’accurata ristrutturazione rispettosa dello stile e delle caratteristiche originali del luogo. Gli spazi comuni sono invece stati impreziositi da opere di artisti contemporanei che vengono regolarmente sostituite per rendere l’ambiente sempre nuovo e vivace. Palazzo Avino si trova in una posizione privilegiata, affacciato sul Golfo e con un pamorama incantevole, ma a renderlo così speciale e amato da chiunque abbia la fortuna di metterci piede è l’attenzione alle esigenze degli ospiti e la cura dei dettagli. Molto ricercata è anche la proposta culinaria che regala un’esperienza gastronomica ad alto livello. Al ristorante Rossellinis, premiato con una stella Michelin e considerato uno dei luoghi più suggestivi della Costiera amalfitana, si gustano le rielaborazioni di piatti tradizionali che lo chef realizza utilizzando le materie prime locali.

Ravello è conosciuta anche per il suo Festival musicale. Giunto alla 66esima edizione e divenuto uno dei più importanti d’Italia è organizzato nei giardini e negli spazi di Villa Rufolo, Quest’anno la kermesse dura fino al 25 agosto e ha un programma ricco e vario e con 26 appuntamenti che comprendono concerti di musica classica, jazz o pop. Imperdibile è l’ormai tradizionale Concerto All’alba (11 agosto alle 4,45) con l’esibizione dell’Orchestra Filarmonica Salernitana Giuseppe Verdi quest’anno diretta dal giovane americano Ryan McAdams.

Da Ravello, un salto a Napoli è d‘obbligo. Il capoluogo campano, a un’ora d’auto dal borgo, ha il centro storico più vasto d’Europa (riconosciuto patrimonio mondiale dell’umanità dall’Unesco). E’ una città culturalmente vivace, un punto di riferimento internazionale per la musica classica e contemporanea, per il teatro, per lo sport (ospiterà nel luglio del 2019 la XXX Universiade) e per le arti figurative.
Tra i numerosi appuntamenti in città merita una visita la mostra fotografica allestita nella Sala delle carceri del medievale Castel Dell’Ovo One Planet One Future (fino al 30 settembre) dell’artista Anne de Carbuccia che ha l’obiettivo di mostrare come ogni nostro comportamento abbia un impatto sull’ambiente. Con le sue foto scattate in diversi luoghi del mondo, Anne parla dei temi e delle sfide che l’uomo deve affrontare con consapevolezza se non vuole rischiare di distruggere il pianeta. Il progetto fotografico ha un valore artistico e documentaristico: da 4 anni Anne va in giro per il mondo in cerca di luoghi ricchi di significati ambientali e crea delle installazioni che chiama Timeshrines (Sacrari del tempo) e che hanno un fil rouge: la presenza di due oggetti, una clessidra e un teschio, simbolo del tempo che passa e della caducità della vita. Quattro sono i temi cardine in cui è suddiviso il progetto: Acqua, Plastica, Animali, Culture a rischio.

Anne ha creato un Sacrario del tempo anche a Napoli, nel Parco nazionale del Vesuvio che lo scorso anno è stato devastato da un incendio che ha distrutto 2.000 degli 8.000 ettari totali del parco. Con le sue immagini l’artista ha documentano questo disastro ambientale.
A Milano, nella zona diLlambrate, il progetto fotografico è diventato una mostra permanente.