Per scoprire il nuovo volto di un Paese in grande fermento. Oltre alle spiagge caraibiche e ai parchi tropicali anche musei, fiere e street art

Colombia. Un Paese che per decenni è stato sinonimo di violenza e cartelli della droga e che oggi, invece, è impegnato in un lungo processo di ricerca della pace interna e sta vivendo un momento di grande fermento culturale. Una città un tempo pericolosa come Medellín oggi è diventata un modello di sviluppo urbano, tanto che nel 2013 ha vinto il premio di città più innovativa dell’anno del Wall Street Journal, Citibank e dello Urban Land Institute di Washington grazie a un innovativo processo di rinnovamento dei trasporti pubblici che ha collegato parti della città prima isolate.

Ovunque nascono laboratori di sperimentazione urbana, architettonica e artistica. A Bogotà si contano più di 120 musei e gallerie di cui i più famosi sono il Museo del Oro, che conserva la più grande collezione di reperti in oro d’epoca pre-colombiana, il MAMBO, il museo d’arte moderna, e il Museo di Botero, l’artista più famoso e richiesto di tutto il Sud-America. Anche la fiera d’arte contemporanea ArtBo, che si tiene in autunno, ha contribuito a piazzare la capitale colombiana sulla mappa dell’arte e nel calendario dei collezionisti grazie al suo mercato dell’arte in rapida espansione.

Per non parlare della street art che a Bogotà è legale e tappezza i muri di tutta la città. Nel 2011, infatti, l’uccisione del giovane street artist Diego Felipe Becerra da parte della polizia ha creato un’ondata di proteste che ha indotto il sindaco Gustavo Petro a decriminalizzare i graffiti e promuovere questa forma di espressione artistica. 

Ma oltre al fermento delle metropoli la Colombia ha tanto da offrire: dai parchi tropicali, come il Tayrona National Park, alle spiagge caraibiche dall’acqua cristallina di Sapzurro, alle atmosfere coloniale di centri come Barichara e Mongui, con le case bianche e i tetti di mattoni, alle sabbie rosse e gli scenari lunari di Cabo de la Vela, nuova meta dell’ecoturismo.

(Ha collaborato Fabio Petronilli)