La Triennale di Milano celebra lo stile workwear con la mostra Abiti da lavoro: salopette, boots, cargo, t-shirt e camicie plaid ritornano nel guardaroba maschile

I jeans di Bruce Springsteen sulla copertina di Born to run, come simbolo della rivoluzione della working class; la t-shirt di un bianco non proprio immacolato di Marlon Brando, operaio ed ex veterano di guerra in Un tram chiamato desiderio; la field jacket di Robert De Niro in Taxi Driver. Gli abiti da lavoro hanno da sempre un certo potere affabulatorio, capaci come sono di raccontare storie, o anche solo di evocarle.

La Triennale in questi giorni li celebra con una mostra, Abiti da lavoro, che espone 40 variazioni sul tema, ad opera di designer noti come Issey Miyake e Antonio Marras, e artisti emergenti come Daniele Innamorato.

In effetti, il workwear non è mai stato così di moda: fedele all’originale, come la salopette in denim multi-tasche, arricchito da stampe minimali, come nelle t-shirt dal bianco ottico, declinato in una palette cromatica essenziale ma d’impatto, come nei pantaloni cargo e nei boots che si tingono di tonalità da sottobosco, ritorna nel guardaroba maschile per il tempo libero, donandogli personalità senza abdicare all’eleganza, come nelle nostre proposte. (guarda anche le variazioni del denim)