Da Elvis a Jared Leto. La camicia hawaiana si riscopre come grande classico dell’estate. Con un’anima rock ma anche un inedito lato intellettuale

A maniche corte, portata sopra i pantaloni e con il taschino sul lato sinistro: sono queste le regole classiche della camicia hawaiana. Divenuta un simbolo di una certa rilassatezza vacanziera sin dalla sua creazione, ad opera di un sarto giapponese a Honolulu, il trend nasce negli anni trenta, quando ad indossarla per primi sono i soldati americani di stanza nell’atollo, ed esplode negli anni cinquanta, quando le isole diventano meta d’elezione dei turisti statunitensi, e Elvis l’indossa sulla copertina del suo cd Blue Hawaii.

Simbolo di una certa libertà, soprattutto dalle ferree regole stilistiche che vigono in città, il suo utilizzo è sempre stato limitato alle mete vacanziere, senza mai essere adottata in contesti più formali.  Una regola non scritta, ma sempre rispettata, che per questa stagione calda la moda si è divertita a infrangere.

Da città, da sera, o in versione rock, la Aloha shirt acquista per quest’estate un lato intellettuale, grazie all’utilizzo di nuance spente, più sobrie, come nella sua versione da metropoli, perfetta in accoppiata con accessori über-chic e solo apparentemente in contrasto come foulard in seta e stringate con para alta. Stessa regola cromatica per l’outfit da lavoro, serio quanto basta se portato con giacche destrutturate e pantaloni morbidi. Per la sera via libera alla sovrapposizione di fantasie anche su bermuda e spolverini, a condizione che i tessuti abbiano consistenze impalpabili, dalla seta in poi. La sua versione più sportiva resta, ma solo se le stampe della camicia sono discrete e raffinate, su nuance neutre, e ridotte ad un elegante minimalismo, insieme a pantaloni dai volumi rilassati. Per i ribelli, perfetta invece la sua coraggiosa interpretazione rock, in tonalità squillanti, e abbinata a blazer dal collo a scialle e pantaloni in pelle, come nelle nostre proposte.