Moravia, Connery e Mastroianni, ma anche Depp e Clooney: alla vigilia della 71esima edizione, ecco gli uomini che hanno fatto la storia del Festival

71 anni, e non sentirli: il Festival di Venezia sta per dare il via alla sua nuova edizione, usando come manifesto l’ultima scena di uno dei film più importanti della cinematografia moderna, I 400 colpi di François Truffaut, come film d’apertura l’atteso Birdman di Alejandro Iñárritu, con Edward Norton, Emma Stone e Naomi Watts nel cast. Cineasti d’autore e star holliwoodiane di massima caratura, che da sempre hanno affollato il Lido, in occasione della manifestazione cinematografica nata nel 1932, seconda in anzianità solo agli Oscar. Un’attenzione inattesa persino dai suoi creatori, il conte Volpi di Misurata (da cui ha poi preso il nome la coppa Volpi per la migliore interpretazione), lo scultore Antonio Maraini e Luciano De Feo, il segretario generale dell’istituto Internazionale del cinema educativo.

Alla sua prima edizione, alla Terrazza Excelsior del Lido presentano le loro opere (i premi arriveranno solo più tardi), leggende del calibro di Frank Capra (Proibito) e Lubitsch, mentre ad interpretare i ruoli principali sono stelle come Greta Garbo e Clark Gable, anche se per raggiungere lo status di appuntamento imperdibile della stagione cinematografica bisognerà attendere la fine della seconda Guerra Mondiale, e di conseguenza la censura fascista. 

Nel 46 arriva infatti Paisà, il capolavoro di Roberto Rossellini, e La Terra trema di Luchino Visconti, spianando la strada ai grandi successi del neorealismo italiano. Si apre così una stagione d’oro non solo per il Festival, ma per l’intera industria cinematografica, di cui Venezia ha il compito di selezionare il meglio, come quando assegna il leone d’oro a Rashōmon di Akiro Kurosawa, nel 51, lanciando il cinema del Sol Levante, nonostante la vera parte del leone la facciano sempre gli italiani, Antonioni e Fellini in primis. 

Storie di trionfi, ma anche scandali e critiche, come quelle che piovono addosso alla manifestazione quando per ben due edizioni, rifiuta il massimo riconoscimento a Visconti per Senso e poi per Rocco e i suoi fratelli, lasciando il pubblico a fischiare in sala per tutta la durata della cerimonia di premiazione. Il decennio successivo vede il ritorno degli Stati Uniti, con Elia Kazan che presenta qui Fronte del porto con Marlon Brando, così come delle sex symbol francesi dalla Bardot alla Deneuve, protagonista di Bella di giorno di Luis Buñuel, fino all’arrivo delle contestazioni sessantottine, che porteranno la mostra a non concedere premi per un decennio e addirittura a non essere svolta in alcune edizioni (guarda anche lo stile ribelle di Marlon Brando).

Gli anni settanta ospitano pietre miliari della cinematografia mondiale come Arancia Meccanica di Stanley Kubrick e Novecento di Bernardo Bertolucci, permettendo al direttore artistico di avvalersi di una lista di collaboratori col compito di selezionare le pellicole, che vanta nomi come quello di Alberto Moravia. Una storia che si arricchisce via via di retrospettive e sezioni dedicate alle opere prime, e che vedrà nei decenni successivi la nascita della generazione di registi oggi venerati come maestri, da Marco Tullio Giordana a Nanni Moretti passando per Gianni Amelio.

Nomi e titoli che potrebbero proseguire all’infinito, e tra cui abbiamo scelto dieci uomini, che, con la loro presenza fissa o anche solo un’apparizione fugace, al Lido o sulle spiagge della laguna durante la manifestazione, hanno contribuito a dare forma alla storia di quella che è un’istituzione assoluta. Da Kirk Douglas in costume adamatico a Henry Fonda, simboli del glamour holliwoodiano, passando per Marcello Mastroianni e Moravia, fino ad arrivare ai nomi che dominano le pagine dei giornali oggi, come Johnny Depp e George Clooney, senza farsi mancare il Reale d’Inghilterra che ha ispirato una lunga serie di pellicole, Edoardo VIII