Viaggio alla scoperta dei vini migliori del mondo
David Bartus su Pexels.com

Viaggio alla scoperta dei vini migliori del mondo

di Carolina Saporiti

Ci siamo fatti guidare in un volo (immaginario) in mongolfiera da Roberto Cipresso, winemaker, enologo e storyteller, per visitare le 15 zone vitivinicole più affascinanti e assaggiare i vini più buoni del mondo.

Quante volte vorremmo provare vini nuovi, profumi e sapori diversi, ma non sappiamo da dove partire? L’Italia è così ricca di vitigni e di buon vino che alle volte ci “accontentiamo” del conosciuto. Abbiamo allora chiesto a un enologo, winemaker e divulgatore di cultura enologica di accompagnarci in un viaggio alla scoperta dei vini migliori del mondo. Roberto Cipresso oltre che con il vino è bravo anche con le parole. Abbiamo dunque immaginato di volare insieme in mongolfiera intorno al mondo per gustarci anche la geografia dei territori che ci regalano queste speciali bottiglie.

Il nostro viaggio comincia da Venezia, più esattamente dall’isola di Mazzorbo dove viene coltivata un’uva chiamata Dorona, autoctona della Laguna e impossibile da trovare altrove. Da questo splendido vitigno viene prodotto il vino Venissa, da cui anche il nome del wine resort con camere, ristorante stellato e bistrot aperti al pubblico.

Dalla Serenissima parte il nostro viaggio per scoprire le origini della vitis vinifera, in quello che “enologicamente” parlando è considerato il Mondo Antico. Sorvolando la Croazia e la Bulgaria, atterriamo a Tbilisi in Georgia dove troviamo una terra che ci ricorda la Val d’Orcia con valli aperte e cipressi. Siamo in Anatolia, vicino alla punta del Tigri, luogo culturalmente polietnico e caratterizzato dalla convivenza di culture e religioni differenti. Qui assaggiamo un vino che molto probabilmente è uno dei genitori della vitis vinifera, il Saperavi, vitigno originario di Kakheti (Georgia), ma che si coltiva anche in Moldavia, Crimea, Turkmenistan, Tajikistan, Azerbaijan, Uzbekistan. “Il Saperavi – dice Cipresso – è un vino rosso elegante, leggero, molto ciliegioso e succoso”. 

Volando verso sud giungiamo sul monte Ararat in Armenia e da lì ci spostiamo a Yerevan dove degustiamo una varietà d’uva che si chiama Areni che dà origine a vini eleganti e strutturati. Areni è il nome dell’uva, della terra dove viene coltivata e anche di una grotta che è considerata la prima cantina al mondo, risalente a 7000 anni fa.

Da questo territorio che potremmo definire ancora un po’ arrugginito, sicuramente antico, rientriamo nel Vecchio Mondo, l’Europa. Atterriamo sull’isola di Malvasia in Grecia che ha dissetato tutta la Serenissima e ha dato vita negli anni a diverse Malvasie che sono mutate in gusti differenti, da quella istriana a quelle del sud Italia fino a quella toscana. Dalla Grecia entriamo in Italia e più precisamente in Basilicata dove assaggiamo l’Aglianico del Vulture (provincia di Potenza). Da qui, passando per la Toscana dove possiamo bere un ottimo Brunello di Montalcino – e se passate da queste zone sappiate che una tappa a Poggio al Sole di Roberto Cipresso è immancabile. Altra tappa obbligatoria per il vino è il Piemonte dove indecisi tra Barbaresco e Barolo, due zone molto simili che usano la stessa uva ma che danno vita a due vini differenti per carattere, decidiamo di rimanere in piena Langa e mangiando tartufo sorseggiamo dell’ottimo Barbera

vini migliori del mondo
Alex su Pexels.com
Veduta di un vigneto.

Da qui il naturale passo successivo è la Francia. Sono diverse le tappe da fare Oltralpe, ma si può iniziare assaggiando un vino della zona di Carcassonne, vicino a Aix En Provence. Si tratta di una delle varietà – secondo Cipresso – più affascinanti del mondo, il Granache che in Sardegna chiamiamo Cannonau, in Spagna è la Garnacha e nei Colli Berici di Vicenza è il Tai rosso: è la stessa identica uva, ma ovviamente in ogni terra ha un carattere e un’espressione molto differente, “è un vero camaleonte”. 

Risalendo lungo il Rodano, nella parte settentrionale della troviamo due denominazioni importanti: la Côte-Rôtie e l’Hermitage ed è qui che lo Syrah, secondo la nostra guida, ha la sua espressione migliore al mondo. È il momento di andare in Borgogna, la capitale del vino dove l’attore principale è il Pinot Nero, un vino di grandissima eleganza e finezza che possiamo abbinare a foie gras ed escargot. 

Chi invece è più da bianco, apprezzerà molto la prossima tappa perché, spostandosi verso nord, si giunge nella terra dei grandi Chardonnay. Assaggiamo lo Chablis, un vino bianco che vista la latitudine, diventa al vetriolo, acido, nervoso e si abbina fantasticamente con le ostriche e proseguiamo con un veloce, ma obbligatorio, passaggio in Champagne dove protagonista insieme allo Chardonnay è il Pinot Nero vinificato in bianco. Facciamo una tappa a Bordeaux dove beviamo alcuni grandi bordolesi, come il Cabernet e il Merlot nelle varie appellazioni come il Pomerol, il Médoc e il Saint-Émilion da gustare con piatti saporiti di carne e salutiamo la Francia chiudendo il nostro ideale pasto con un bicchiere di Armagnac o Cognac.

Volando verso ovest si giunge nella Penisola Iberica. La prima tappa è il Priorato a Tarragona, dove troviamo ancora il Grenage che come si diceva prima, qui si chiama Garnacha e che “convive” insieme a un’altra uva, la Cariñena. “Quello del Priorato è un territorio di nuova generazione che fa alcuni dei vini più affascinanti del momento” dice Cipresso e dunque non resta che ordinarlo per assaggiarlo.

Volando verso est tocchiamo la Rioja e la Ribera del Duero dove il grande protagonista è il Tempranillo: da questa uva ne esce un vino sanguigno da gustare con qualche fetta di patanegra. In Portogallo il fiume Duero cambia nome e diventa, prima di sfociare nell’Oceano, il Douro ed è qui, nella città di Porto che si può assaggiare l’omonimo vino.

vini migliori del mondo
Pexels.com

È il momento di abbandonare il Vecchio Mondo e lo facciamo iniziando dal Canada dove troviamo gli Ice Wine vicino a Toronto, in terre freddissime vicino alle Cascate del Niagara. Gli Ice Wine sono vini rassicuranti, le cui uve vengono raccolte sotto la neve a temperature molto basse che vengono portate ghiacciate in cantina. Da questi acini se ne ricavano solo alcune gocce dolcissime e infatti questi vini hanno una concentrazione zuccherina molto alta, quasi liquorosa. 

Passando dal Canada agli Stati Uniti, meritano di essere citati, ma soprattutto bevuti, i Pinot Neri dell’Oregon. Il viaggio continua verso sud: ci fermiamo nella Napa Valley e nella Sonoma Valley, tra le poche terre dove possono convivere grandi Cabernet e grandi Pinot Neri, impossibile nel Vecchio Mondo. Correndo paralleli lungo l’Oceano seguendo dall’alto la 101, si arriva a Santa Barbara, una zona favolosa per i vini.

Superiamo il caldo del Centroamerica e atterriamo a Cusco, in Perù, dove c’è il vitigno più alto del mondo, a 3.660 metri (un progetto dello stesso Cipresso). Scendiamo in Argentina dove ci fermiamo a nord a Cafayate dove si produce il famoso Malbec, un uva importantissima coltivata a più di 2.000 metri di altitudine sulle Ande e il vino bandiera della Terra del Fuoco. Più a sud, vicino a Buenos Aires, si sconfina in Uruguay dove assaggiamo il Tannat – che come suggerisce il nome, è un vino altamente tannino. 

Vicino a Santiago, in Cile, a Maipo Valley beviamo un calice di Carmenere che si sposa con la carne (anche se questa è zona di buonissimi mariscos). Il Carmenère raffigura a pieno la produzione cilena. Varietà originaria del Bordeaux, dove venne sterminata dalla filossera, in Cile invece ha trovato le migliori condizioni di sviluppo e oggi sono più di 9.000 gli ettari coltivati.

È il momento di spostarsi ancora per scoprire un’altra terra di grandi vini e così, sorvolando l’isola di Pasqua, arriviamo in Australia, dove andiamo alla scoperta dello Syrah. La cantina icona è Penfolds che ha una storia meravigliosa che parte dalla Francia. È il più famoso vino australiano che ha saputo modellare, attraverso 150 anni di eccezionali conquiste, il sapore di tutto il vino di questa terra. Ancora oggi l’azienda continua a investire per mantenere elevati lo stile e gli standard della produzione.

A questo punto, per la nostra guida, rimane solo un posto da vedere prima di rientrare sul suolo italiano. È un luogo lontano ma sullo stesso parallelo di Adelaide. È il Sud Africa dove scopriamo il Pinotage, vino bandiera di questa nazione, che ha un genitore che si chiama Pinot Nero e l’altro che si chiama invece Cinsault.

Il viaggio intorno al mondo finisce, per ora. Non resta che stappare una bottiglia e brindare.