

I 10 rapper più ascoltati in Europa (e cosa raccontano di noi)
Dal dominio britannico di Central Cee all’ascesa di Baby Gang, nella nuova geografia del rap europeo una cosa è certa: non si parla più una sola lingua
Per decenni, il rap europeo ha parlato con un accento prevalentemente anglofono. Oggi non è più così. La geografia musicale del continente viene riscritta dagli stream di Spotify: la classifica dei 10 rapper più ascoltati racconta una storia di ibridazione culturale, identità ridefinite e un cambio di rotta che non passa inosservato. La trap mediterranea e i suoni della diaspora conquistano la scena, trasformando le periferie di Londra, Parigi e Barcellona nei nuovi epicentri della musica mondiale.
Il dominio Brit: Central Cee, Dave, Skepta, Stormzy e D-Block Europe

A guidare questa carica, c’è Central Cee: 26 milioni di ascoltatori mensili e lo status di icona globale. Londra elevata ormai a nuovo Bronx del continente. E non è un fuoco di paglia. Accanto a lui, la scena britannica dimostra ancora una presa senza eguali in Europa: la poesia sociale e tagliente di Dave (14,5M), il pedigree senza tempo di Skepta (14,8M), la potenza di fuoco gospel-rap di Stormzy (9,4M) e l’hip-hop da strada e diamanti di D-Block Europe (10,7M) formano un poker d’assi brit che, a dire il vero, non domina solo le classifiche europee ma si impone sulla scena hip-hop mondiale.
Il fuoco francese: Gims, Jul e Ninho

Eppure, il vero nuovo punto caldo del continente brucia a sud della Manica. In Francia, il rap è una questione d’identità nazionale, un crogiolo dove si forgia il suono della diaspora. È l’impero di Gims (18,3M), vero e proprio mago della transcultura, le cui hit in francese pensano in afrobeat e respirano club culture, parlando a oltre 18 milioni di persone. È la macchina da hit infallibile di Jul (9M), che da Marsiglia ha imbrigliato l’energia della strada in un sound inconfondibile, e il flow ipnotico di Ninho (7,1M), il narratore di Lione le cui storie di vita reale risuonano con la potenza di un verità universale. Se il Regno Unito domina i numeri, la Francia domina la fusione sonora.
L’onda mediterranea: Morad e Baby Gang

È affacciandosi sul Mediterraneo che la mappa si fa più interessante. Qui emergono suoni che rifiutano di essere confinati nei confini nazionali, creando una nuova wave basata sulla commistione linguistica. Da Barcellona, Morad (13,1M)ha forgiato un codice linguistico unico, un ibrido di spagnolo, catalano e arabo che racconta le storie del suo quartiere e parla a 13 milioni di ascoltatori. Il suo stile “M.D.L.R.” non è più un esperimento di nicchia, ma il vocabolario sonoro di un’Europa meticcia e plurale.

E in questa nuova geografia, l’Italia non è assente. Con i suoi 7 milioni di ascoltatori mensili, Baby Gang è l’unico nome italiano a stagliarsi nella top ten. La sua presenza, accanto a giganti continentali, è un segnale potente: il rap italiano più crudo e autobiografico, quello che un tempo si leggeva come un fenomeno puramente nazionale, ha finalmente forzato il confine. Il suo sound, un mix di trap milanese, drill e influenze marocchine (come le sue origini ndr;), parla la stessa lingua della nuova generazione europea: una lingua di rivalsa, identità e appartenenza che non chiede permesso per farsi sentire.