Le mostre da vedere a Parigi durante Paris Photo 2025
Araki Nobuyoshi - Untitled, c. 1990-2000 © Araki Nobuyoshi

Le mostre da vedere a Parigi durante Paris Photo 2025

di Elena Bordignon

Durante Paris Photo 2025 sono in programma molte mostre imperdibili tra cui “Gerhard Richter” alla Fondation Louis Vuitton e diverse esposizioni del festival Photo Days.

A novembre Parigi diventa la città eletta per la fotografia. La kermesse che dà avvio al vastissimo programma è la fiera Paris Photo, che si svolge dal 13 al 16 novembre al Grand Palais. Oltre ad ospitare alcune tra le più importanti gallerie dedicata alla fotografia, la fiera offre il programma speciale Elles x Paris Photo, una serie di conversazioni con artisti e professionisti del settore e il premio Carte Blanche Students per giovani talenti. Sono previsti anche incontri e letture-performance, con l’aggiunta di un circuito di eventi correlati in tutta la città tramite l’iniziativa “À Paris pendant Paris Photo”.


Paris Photo – Grand Palais

Photo days 2025

Dal 2020, Photo Days invita i visitatori ad intraprendere un viaggio fotografico unico attraverso Parigi e la regione circostante. Per un mese – dal 3 al 30 novembre 2025 – musei, istituzioni culturali, gallerie, fondazioni, fiere e festival, partecipano a Photo Days per far conoscere ad appassionati e curiosi l’intera produzione fotografica mondiale. Attraverso tour e scoperte di luoghi insoliti, Photo Days ci porta da una riva all’altra della Senna per un’immersione entusiasmante nelle molteplici espressioni del linguaggio fotografico. Per il programma ufficiale: photodays.paris


Edward Weston; “Harald Kreutzberg”, 1932 ©1981 Center for Creative Photography, Arizona Board of Regents

La Maison Européenne de la Photographie ospita Edward Weston

È uno dei più famosi fotografi americani del XX secolo. Il suo stile ha contribuito a cambiare la storia della fotografia, rendendola una forma d’arte moderna con codici propri. La Maison Européenne de la Photographie rende omaggio a Edward Weston con la mostra Modernity Revealed, in programma fino al 25 gennaio 2026. Questa mostra riunisce oltre cento stampe d’epoca provenienti dalla collezione del Wilson Centre for Photography. In mostra alcune delle immagini più emblematiche dell’artista, opere che hanno ridefinito il DNA del linguaggio fotografico. La mostra è completata da importanti opere pittorialiste di Annie Brigman, Alfred Stieglitz ed Edward Steichen. Questa sezione consente di mettere a confronto le immagini rivoluzionarie di Weston con uno stile più legato alla pittura, dunque tradizionalista. 


Dispositivo di A. Bertillon, sd, BB/19/197/4 © Archivi nazionali di Francia

“Forgeries and forgers” al Archives Nationales – site de Paris

Quanto mai attuale, la mostra Forgeries and forgers – From the Middle Ages to the present day, ospitata presso gli Archives Nationales fino al 2 febbraio 2026, approfondisce il tema del ‘falso e dei falsari’ dal Medioevo ai giorni nostri. Banconote, documenti, opere d’arte e manufatti falsi dimostrano abilità e audacia sempre più sofisticate dei falsari. Le fake news di oggi rivaleggiano con la creatività delle storie inventate del passato. Gli Archivi nazionali conservano importanti collezioni fotografiche che vanno dalla fine del XIX secolo ai giorni nostri.


Soulèvements (Kchon boa) Surinam-Guyane. © Sylvie Bonnot 2025 – Mostra Neo Analog al Centre Tignous d’art contemporain

Neo Analog al Centre Tignous d’art contemporain 

Dal 14 novembre 2025 al 3 gennaio 2026 il Centre Tignous d’art contemporain ospita le opere di tredici artisti contemporanei che lavorano sul concetto di ‘analogo’ nel linguaggio della fotogarfia. La mostra NEO ANALOG si presenta come il manifesto di un movimento internazionale che segna una delle fasi più recenti della fotografia contemporanea. A partire dal 2010, alcuni fotografi nel campo dell’arte contemporanea si sono allontanati dalla creazione di immagini per esplorare la materialità della fotografia. I fondamenti – luce, tempo, sostanze fotosensibili, tangibilità dei supporti, ecc. – si presentano come un vocabolario alternativo alla luce delle tecnologie avanzate. Non si tratta più di “guardare”, ma di attivare processi in cui la fisica e la chimica dei materiali dischiudono nuove possibilità.


Minimal | Bourse de Commerce © Bourse de Commerce – Pinault Collection

L’arte essenziale alla Bourse de Commerce – Pinault Collection

La Bourse de Commerce ospita Minimal, la mostra in programma fino al 18 gennaio 2026. La mostra indaga le origini del Minimalismo, movimento artistico che ha raggiunto il suo apice di popolarità tra gli anni Sessanta e Ottanta. La mostra esplora l’essenza stessa di questa forma d’arte, le sue diverse correnti e i suoi maggiori rappresentanti. Oltre cento opere di artisti francesi e internazionali – provenienti da Europa, Asia, Nord e Sud America e Medio Oriente – sono riunite per portarci in viaggio attraverso i continenti, per mostrare come la tendenza minimalista abbia conquistato un’intera generazione di artisti, evidenziando al contempo le diverse interpretazioni di ciascuna cultura. Tra i tanti artisti, citiamo Agnès Martin, Dan Flavin, François Morellet, Lygia Pape, Lee Ufan, Robert Ryman e altri. 


132nd Ordinary Meeting of the Conference, 2004 © Courtesy de Luc Delahaye et de la galerie Nathalie Obadia, Paris / Bruxelles

Luc Delahaye. Echoes of the World al Jeu de Paume

Fino al 4 gennaio Il Jeu de Paume dedica un’importante mostra monografica a Luc Delahaye (nato a Tours nel 1962), presentando il suo lavoro fotografico realizzato tra il 2001 e il 2025. Questo periodo decisivo della sua carriera coincide con il suo crescente allontanamento dal fotogiornalismo e il suo impegno nel campo dell’arte. Importante fotoreporter di guerra degli anni Novanta ed ex membro dell’agenzia Magnum, fa parte di una generazione di fotografi che ha riesaminato l’articolazione tra pratiche documentarie e la dimensione artistica.


Araki Nobuyoshi, Sans titre, 1997 – 2024 © Nobuyoshi Araki © Musée Guimet, Paris / Nicolas Fussler, photographe

Polaraki, mille Polaroid di Araki Nobuyoshi

Il Musée Guimet rende omaggio all’opera dell’artista giapponese Araki Nobuyoshi, celebre fotografo oggi alla ribalta per le sue polaroid e per il suo lavoro sperimentale con la fotografia. La mostra Polaraki, mille Polaroid di Araki Nobuyoshi, rivela quasi 30 anni di opere fotografiche prodotte tra il 1997 e il 2024. Fino al 12 gennaio 2026, la mostra presenta il lavoro di un artista volutamente provocatorio e riunisce diverse centinaia di fotografie, presentate in 43 colonne composte da nove fotogrammi. Questa raccolta di polaroid potrebbe essere quasi un diario per immagini: gni giorno, l’artista giapponese fotografa ciò che lo ispira, ciò che vede e sente. Mette in scena i suoi soggetti per evocare gli impulsi che lo guidano: la morte e il sesso sono temi ricorrenti nel suo lavoro. In effetti, il tema del sesso, dell’erotismo e della sensualità si ritrova molto spesso nelle fotografie esposte al Musée Guimet, per cui questa mostra si rivolge a un pubblico maturo e informato.


Gerhard Richter, Ema (Nude on a Staircase), 1966 (CR 134) Museum Ludwig, Cologne / Donation Ludwig Collection 1976 © Gerhard Richter 2025

La Fondation Louis Vuitton rende omaggio a Gerhard Richter

Fino al 2 marzo 2026 la Fondation Louis Vuitton rende omaggio all’artista Gerhard Richtercon una retrospettiva eccezionale, senza pari sia per dimensioni che per ampiezza cronologica, che presenta 275 opere che vanno dal 1962 al 2024. La mostra comprende dipinti a olio, sculture in vetro e acciaio, disegni a matita e inchiostro, acquerelli e fotografie ridipinte. Per la prima volta, una mostra offre una panoramica completa di oltre sei decenni della sua attività. Richter è sempre stato attratto sia dai soggetti che dal linguaggio stesso della pittura, un campo di sperimentazione i cui confini ha costantemente ampliato, evitando qualsiasi categorizzazione univoca. La mostra riunisce molte delle sue opere più significative fino alla sua decisione, nel 2017, di smettere di dipingere, pur continuando a disegnare. Presentate in ordine cronologico, ogni sezione abbraccia circa un decennio e ripercorre l’evoluzione di una singolare visione pittorica – plasmata sia da rotture che da continuità – dai suoi primi dipinti basati su fotografie alle sue astrazioni finali.